Mentre l’Armenia ricorda il genocidio, la Merkel rilancia l’accordo Ue-Turchia

24 Apr 2016 14:43 - di Redazione

Migliaia e migliaia di persone hanno marciato a Ierevan, la capitale dell’Armenia, con le candele per commemorare il 101esimo anniversario del genocidio armeno ad opera dei turchi ottomani. Il corteo si è diretto al memoriale dedicato agli oltre un milione e mezzo di armeni uccisi un secolo fa. Gli storici sono concordi nel parlare di genocidio, mentre la moderna Turchia rigetta in toto tale interpretazione. E nel frattempo Angela Merkel prova a dare slancio all’accordo Ue-Ankara sui clandestini, che fatica a decollare: la cancelliera tedesca è volata sabato in Turchia per visitare un campo profughi al confine siriano, insieme con il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk ed il vicepresidente della Commissione Frans Timmermans. Allo stesso tempo, però, il capo del governo tedesco ha evocato la possibilità di una chiusura del Brennero da parte dell’Austria, per scongiurare un eventuale esodo in massa verso la Germania. La delegazione europea in missione in Turchia, accompagnata dal premier turco Ahmet Davutoglu, ha raggiunto la struttura di Gaziantep, dove stazionano circa cinquemila siriani. Grande accoglienza per i leader europei, che hanno ricevuto fiori da un gruppo di bambini. “Benvenuta in Turchia, il paese che ospita il maggior numero di migranti”, recitava uno striscione dedicato alla cancelliera. La Merkel si è intrattenuta con i piccoli profughi, regalando loro delle matite colorate ed ascoltando un mini-concerto, con tanto di saluto in arabo ai giovani musicisti. Poi, insieme con Tusk e Timmermans, ha inaugurato un centro per il sostegno dei bambini, finanziato dall’Ue.

La Merkel a sorpresa minaccia la chiusura del Brennero

L’obiettivo della visita era quello di verificare le condizioni dei migranti, ma non solo. Sul piatto c’era anche il tentativo di accelerare l’attuazione delle azioni previste dall’accordo Ue-Turchia di un mese fa, per cominciare al più presto anche con i rimpatri dei profughi e sbloccare la difficile situazione delle migliaia di migranti in attesa nei centri delle isole greche. Davutoglu ha sottolineato che il numero dei clandestini diretti verso la Grecia si è drasticamente ridotto, ma ha puntualizzato rivolgendosi alla cancelliera che “l’esenzione dei visti è vitale per Ankara”. Tusk ha lodato i progressi fatti dalla Turchia su questa strada, aggiungendo che il Paese “è il miglior esempio al mondo” per la gestione dei profughi. La Merkel si gioca molto, perché ha sponsorizzato il piano Ue-Ankara attirandosi non poche critiche in Germania e tra i 28, che tra l’altro procedono con il contagocce sui ricollocamenti. A complicare le cose, ci sono le denunce delle organizzazioni in difesa dei diritti umani, come Amnesty, che hanno accusato i turchi di abusi sui profughi. La rotta turca dei migranti costituisce solo una parte delle preoccupazioni dell’Europa e della Germania. Con l’arrivo delle stagioni calde, sono ripresi i viaggi della disperazione anche dal Nord Africa, provocando l’irrigidimento dei Paesi confinanti con l’Italia, Austria in testa, che ha minacciato di chiudere la frontiera del Brennero per scongiurare il maxi-esodo. Questa eventualità, adesso, sarebbe considerata anche dalla Merkel. Secondo lo Spiegel la cancelliera, a margine di un incontro con alcuni responsabili di Cdu e Csu domenica scorsa, avrebbe spiegato che se un gran numero di migranti volesse entrare in Europa, passando per l’Italia, spetterebbe al nostro Paese il compito di registrarli. E se invece l’Italia facesse passare i migranti e se questi volessero raggiungere in massa la Germania, “in tal caso l’Austria chiuderebbe il Brennero”. Diversi partecipanti all’incontro, riferisce il settimanale tedesco, si sono meravigliati di questa risposta, visto che la Merkel finora ha sempre rifiutato una chiusura delle frontiere. Proprio al Brennero la situazione resta tesa.

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