L’ultima censura della sinistra italiana: «Via i libri di Pansa dalla biblioteca»
A Ferrara è partita una petizione sostenuta dall’Anpi per far rimuovere dalla biblioteca comunale i libri scritti da Giampaolo Pansa, perché vanno a minare la credibilità della lotta partigiana. La petizione è partita da una giovane militante comunista ferrarese ed è stata postata sul sito Change.org «In occasione del 25 aprile, la Biblioteca Comunale “G. Bassani” ha allestito presso l’atrio centrale un banchetto con libri riguardanti la storia della Resistenza Italiana. Tra questi – si legge nella petizione – spiccano tre titoli di Giampaolo Pansa: “La Grande Bugia”, “La Guerra Sporca dei Partigiani e dei Fascisti” e “Il Sangue dei Vinti”. Si tratta di testi revisioni e negazionisti». Come spiega la stessa promotrice sulla sua bacheca Facebook, «sulla guerra partigiana, dopo vent’anni di dittatura non sono ammessi due punti di vista. Quest’idea che il fascismo sia un’opinione e che sia tollerabile deve essere sradicata dalla nostra cultura».
“No ai libri di Pansa. La lotta partigiana non si discute”
Una presa di posizione che non si è fermata al Social network, ma è stato condivisa dalla stessa Anpi di Ferrara, per il tramite del suo presidente e da esponenti di Rifondazione comunista e della sinistra ferrarese. Sulla clamorosa proposta censoria è intervenuto Matteo Fornasini, consigliere comunale di Forza Italia, che ha presentato un’interpellanza al sindaco di Ferrara e all’assessore alla Cultura. «Appare singolare – ha scritto Fornasini – che chi ha lottato duramente a favore della libertà, proprio in occasione della più importante manifestazione a celebrazione della libertà di pensiero nel nostro Paese, chieda di censurare e rimuovere i libri di Pansa, probabilmente reo di aver tolto dal cono d’ombra verità storiche, scomode forse per una certa sinistra, che erano state lungamente dimenticate fino a pochi anni fa. Oggi quelle verità storiche sono state riconosciute e accettate dalla quasi totalità del mondo politico, storico e culturale». Ma l’iniziativa dell’Anpi e di altri esponenti di sinistra non stupisce. Come ha ricordato lo stesso Pansa in occasione di un’intervista al Secolo d’Italia, «per tanti anni chi ha vissuto quegli anni dalla parte dei vinti è stato costretto con il sasso in bocca. L’antifascismo autoritario si è comportato come la mafia. Il messaggio era chiaro: “Tu non devi parlare, stai zitto”». Un messaggio di intolleranza che resiste nel tempo.