Lobby, Marina e politica: spunta anche il nome del grillino Di Battista
La fotografia che emerge dalle intercettazioni telefoniche delle Proroghe di indagine della procura di Potenza rivela lotte e colpi bassi. Tutto pur di concludere affari e non mollare la poltrona. Ma il premier Matteo Renzi stigmatizza la pubblicazione di intercettazioni che «non attengono alla dimensione giudiziaria. Ciò che costituisce pettegolezzo dovrebbe essere derubricato a quello che è. Speriamo che la magistratura possa arrivare a sentenza perché cosi prevede la Costituzione. Diamo una mano ai magistrati, facciamo il tifo per loro perché arrivino a sentenza. Se c’è un problema si arresta il ladro e non si fermano le opere pubbliche», si legge su “La Stampa“.
Gelosie, rivalità, veleni e tanta attività di lobby all’ombra dei palazzi della capitale
Al centro dell’inchiesta sulle estrazioni in Basilicata e la costola siciliana ad Augusta c’è Gianluca Gemelli, l’imprenditore fidanzato con l’ex ministra dello Sviluppo Federica Guidi, indagato per associazione a delinquere, traffico di influenze, concorso in corruzione. E poiché quel «clan», quella «combriccola», quel «quartierino romano» – come lo definisce la Guidi al telefono con il compagno – tramava nella capitale, è probabile che lì venga trasferita una parte dell’inchiesta. Un’ipotesi avvalorata dalle dichiarazioni sul «quartierino» fatte dall’ex ministra, l’altro ieri, durante l’interrogatorio come persona informata dei fatti di fronte ai pm Francesco Basentini e Laura Triassi, e al capo della Squadra mobile Carlo Pagano. Se la corruzione di Gemelli per il caso Tempa Rossa Total verrà considerata un reato autonomo, l’inchiesta si sdoppierà e la parte dell’associazione a delinquere finalizzata al traffico di influenze andrà a Roma. Mentre se la corruzione verrà ritenuta attività compiuta per conto dell’associazione, il fascicolo rimarrà in Basilicata in virtù del fatto che la corruzione è il reato più grave. Intanto le intercettazioni smascherano la gara a farsi le scarpe.
C’è anche il tentativo di agganciare il M5S Di Battista
In una conversazione con il responsabile dell’Autorità portuale di Augusta, Alberto Cozzo, Gemelli indicava la percentuale (70%) con cui i 5 Stelle si erano piazzati e Cozzo replicava: «E Gela? Cioè più che altro pensa che se prendono anche Gela avrebbero le città con le raffinerie». Ai grillini pensa anche l’ammiraglio De Giorgi. A giugno 2015 «tramite la Uil» vengono interessati «amici parlamentari Pd renziani: Maria Cecilia Guerra e Andrea Manciulli». L’ammiraglio chiede: «Anche 5 stelle?». La risposta è: «5 stelle, posso arrivare anche a Di Battista».