Memorie e storie non conformi: il diario della mitica sezione Prati a Roma

7 Apr 2016 19:54 - di Antonio Pannullo

«Il nostro lavoro è una risposta al bel libro di Fabrizio Crivellari, perché se Colle Oppio vigila, allora Prati uber alles». È l’esordio scherzoso ma non troppo di Vittorio Miozzi, uno dei due autori di Prati uber alles (Eclettica Edizioni), alla presentazione del libro a Roma presso la libreria Cultora all’Appio Latino svoltasi recentemente. Raccontare e raccontarsi, una sfida raccolta da Miozzi e Michele Della Guardia, che in 228 pagine cercano, riuscendoci pienamente, di far assaporare momenti e sensazioni della intensa esperienza militante che ha come protagonista la sezione Prati-Parioli del Movimento Sociale Italiano negli anni ’80 e ’90, soprattutto nel periodo ’88-’95. È una sezione particolare quella di via Ottaviano e gli autori la declinano con la mente (e la penna) rivolta a quel periodo, con gli occhi di allora, quelli di due giovani che vivono la militanza politica come scelta identitaria, stile di vita e anticonformismo, alla ricerca di una via rivoluzionaria. Sullo sfondo il Fronte della Gioventù romano di allora, con le sue tradizioni, le sezioni, i leader, il mondo studentesco e Fare Fronte, le affissioni, la passione per la montagna, il rapporto con i compagni e il partito. E poi la cultura e la goliardia, i cortei ed il quartiere e… quella puzza di muffa che ti entrava dentro e non usciva. Miozzi e Della Guardia sono tra i tanti che, con la fine dell’impegno giovanile, smetteranno con la politica, come altre decine e decine di ragazzi e ragazze che negli anni Ottanta comporranno quel puzzle entusiasmante e unico che fu il Fronte della Gioventù. «Non è una storia ufficiale, ma senza abiure e censure», ci tengono sempre a precisare i due autori, sempre alla ricerca di grandi e nuove sintesi ideologiche, anche da immortalare con colori e pennelli su manifesti e striscioni, da difendere nelle ronde notturne.

La sezione Prati nacque nel 1949 intitolata a Farinacci

La sezione Prati è una delle sezioni del Msi più antiche di Roma. È stata per sempre segnata dall’assassinio da parte dell’ultrasinistra dello studente greco Mikis Mantakas, il 28 febbraio 1975. Il giovane, simpatizzante del Fuan, l’organizzazione universitaria, fu ucciso a colpi di pistola in un assalto armato da parte di un centinaio di gruppettari che si erano radunati al tribunale di Roma per protestare contro il processo agli assassini di Primavalle, Lollo, Clavo e Grillo. Erano gli anni di piombo, e la sezione Prati, insieme con le altre sezioni di Roma e d’Italia, dovette fare fronte ai quotidiani assalti e aggressioni da parte degli avversari politici, per i quali uccidere un fascista non era reato. Ma il quartiere era tendenzialmente anticomunista, e la sezione poté quasi sempre svolgere il suo lavoro politico e di militanza. Addirittura ce ne erano due di sezioni: la Prati vera e propria, e la Della Vittoria, in via Confalonieri, anch’essa assaltata e bombardata diverse volte. La sezione aprì nel 1949, in via Ezio, e fu intitolata a Roberto Farinacci, giornalista, scrittore, segretario del Partito nazionale fascista, fucilato a Vimercate il 28 aprile del 1945 dopo un vergognoso processo-farsa pilotato dalle grange più estreme dei partigiani comunisti. Dopo una breve permanenza a via Cola di Rienzo, la sezione passò in via Ottaviano, dove ancora si trova. Ne ricordiamo il primo segretario, Vittore Ambrosioni, dirigente di banca estremamente serio e retto, che, dopo la guerra, fu ovviamente epurato perché fascista. La storia si snoda per oltre sessant’anni, e sarebbe lungo raccontarla tutta. Ma la Prati fu sempre in prima linea nella lotta politica e protagonista nelle battaglie del Msi a Roma, affiancando affissioni di manifesti e manifestazioni di piazza alla produzione di giornali interni e di convegni culturali. Una volta venne a tenere una conferenza anche Blas Pinar, il leader di Fuerza Nueva spagnola.

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