Grillo fuori di testa: «Casaleggio è morto a causa dei giornalisti»
Va bene il dolore per la scomparsa dell’amico e sodale. Va bene anche il carattere provocatorio e iperbolico del personaggio. Ma l’ultima sparata di Beppe Grillo è a roba a dir poco surreale. Grillo accusa in sostanza i giornalisti della morte di Gianroberto Casaleggio. Sì, avete letto bene, ha detto proprio così. L’occasione è stata offerta dallo spettacolo che il comico-leader ha tenuto a Catania. A un certo punto, Grillo dice: «Tutti quelli che gli hanno fatto gli editoriali dopo la morte, lui li aveva querelati. Gianroberto è morto per colpa di quegli articoli». A detta di Grillo, sarebbe stato in sostanza il dispiacere per gli attacchi subiti dalla stampa ad aver fatto ammalare Casaleggio. Il ricordo del co-fondatore del Movimento Cinque Stelle è diventato un omaggio fisso nella scaletta dello show che il comico sta portando in tutta Italia. «Lessi un libro di un informatico, un visionario» dice dopo aver raccontato le prime battaglie, come quelle ambientali. «Casaleggio mi manca – continua – leggevamo Tex e Asimov. Parlavamo di rete, sognavamo… Lui era avanti già di un secolo».
Grillo, è vero, ci aveva già abituati alle sparate più inverosimili. Ma questo attacco alla stampa – e non è la prima volta – rivela, tra le altre cose, il carattere sostanzialmente autoritario della sua visione politica. La critica e la censura, anche quelle più becere e gratuite, fanno parte del dibattito pubblico in una società democratica. Mettere in relazione la morte di qualcuno per le critiche che può aver ricevuto a mezzo stampa, vuol dire criminalizzare i giornalisti che svolgono il loro dovere di orientamento dell’opinione pubblica. Evidentemente Grillo pensa che i cittadini italiani debbano smettere di comprare giornali per “abbeverarsi” unicamente al suoi blog.