Giachetti spavaldo: “Non temo Marchini. Sicuro di andare al ballottaggio”
La cosa su cui si scalda di più Roberto Giachetti, Bobo per gli amici, Radicale geloso della sua autonomia anche nella sua veste di dirigente Pd, è la trovata appena sfornata dalla sua war room: «Se vinco nascerà 06Obuche, un appalto centralizzato con 15 task force nei Municipi, per fare in modo che vi sia la riparazione delle buche più pericolose a chiamata, come il radiotaxi. Mica male no?». Un annuncio che potrebbe catturare l’attenzione di chi ogni giorno rischia caviglie tra i vicoli della capitale. Ne va fiero Giachetti, così come della voglia di «regalare mezz’ora di vita al giorno ai romani, ricreando 150 km di corsie preferenziali, vere e con telecamere», si legge su “Il Secolo XIX”.
“Non me ne frega niente di Marchini”, spiega Giachetti
Dica la verità, si sente favorito o no dalla scelta di Berlusconi? «Non me ne frega niente, è un problema tutto interno al centrodestra che non interessa ai romani». Perdoni, ma suona come una frase ipocrita. Difficile credere che non abbia pensato alle conseguenze di questa novità. «Invece non è ipocrita, perché sono certo che questo dibattito politichese di posizionamenti nel centrodestra non incida minimamente sui problemi quotidiani delle persone». Insisto: pensa di rischiare di non arrivare al ballottaggio con un concorrente insidioso al centro? «Non credo di rischiare con nessuno, perché andrò di sicuro al ballottaggio. È una competizione per la leadership del centrodestra e presumo che Berlusconi abbia risposto alla mossa di Salvini e Meloni. Ma faccio notare un’altra cosa…». Prego. «Che le sorti di Roma saranno decise a Milano. La Raggi ha un contratto per cui le scelte più importanti le deve prendere con la Casaleggio e Associati, Meloni è nelle mani di Salvini a Milano e Marchini con Berlusconi, che certo non è un romano, deciderà tutto a Milano. Mentre l’unico candidato che decideda solo sono io e lo dimostrerò quando annuncerò la giunta, scelta senza contrattazioni con partiti, correnti o consiglieri comunali».
“Gli altri candidati decidono tutto a Milano”, attacca Giachetti
Ha voluto far vedere di essere autonomo da Renzi votando al referendum sulle trivelle? «No, ho sempre votato ai referendum, per me è la scelta giusta, ma questo dimostra che quando sono convinto di una cosa decido di testa mia». E sulla questione morale come la pensa? «Che c’è uno sbilanciamento tra giustizia e politica. La giustizia è più forte della politica. La mia opinione a differenza di quella di qualcun altro e non mi riferisco a Renzi, è che questo sbilanciamento non sia dovuto alla magistratura, ma la responsabilità è della politica. Se ho chiesto a tutti le liste dei candidati quindici giorni prima perdarleall’Antimafia è perché penso che la politica debba curare se stessa da sola: a uno che è garantista, questa decisione è costata molto, ma in que sto momento bisogna far vedere che la politica sa agire per conto proprio».