Giachetti spavaldo: “Non temo Marchini. Sicuro di andare al ballottaggio”

30 Apr 2016 8:32 - di Redazione

La cosa su cui si scalda di più Roberto Giachetti, Bobo per gli amici, Radicale geloso della sua autonomia anche nella sua veste di dirigente Pd, è la trovata appena sfornata dalla sua war room: «Se vinco nascerà 06Obuche, un appalto centralizzato con 15 task force nei Municipi, per fare in modo che vi sia la riparazione delle buche più pericolose a chiamata, come il radiotaxi. Mica male no?». Un annuncio che potrebbe catturare l’attenzione di chi ogni giorno rischia caviglie tra i vicoli della capitale. Ne va fiero Giachetti, così come della voglia di «regalare mezz’ora di vita al giorno ai romani, ricreando 150 km di corsie preferenziali, vere e con telecamere», si legge su “Il Secolo XIX”.

“Non me ne frega niente di Marchini”, spiega Giachetti

Dica la verità, si sente favorito o no dalla scelta di Berlusconi? «Non me ne frega niente, è un problema tutto interno al centrodestra che non interessa ai romani». Perdoni, ma suona come una frase ipocrita. Difficile credere che non abbia pensato alle conseguenze di questa novità. «Invece non è ipocrita, perché sono certo che questo dibattito politichese di posizionamenti nel centrodestra non incida minimamente sui problemi quotidiani delle persone». Insisto: pensa di rischiare di non arrivare al ballottaggio con un concorrente insidioso al centro? «Non credo di rischiare con nessuno, perché andrò di sicuro al ballottaggio. È una competizione per la leadership del centrodestra e presumo che Berlusconi abbia risposto alla mossa di Salvini e Meloni. Ma faccio notare un’altra cosa…». Prego. «Che le sorti di Roma saranno decise a Milano. La Raggi ha un contratto per cui le scelte più importanti le deve prendere con la Casaleggio e Associati, Meloni è nelle mani di Salvini a Milano e Marchini con Berlusconi, che certo non è un romano, deciderà tutto a Milano. Mentre l’unico candidato che decideda solo sono io e lo dimostrerò quando annuncerò la giunta, scelta senza contrattazioni con partiti, correnti o consiglieri comunali».

“Gli altri candidati decidono tutto a Milano”, attacca Giachetti

Ha voluto far vedere di essere autonomo da Renzi votando al referendum sulle trivelle? «No, ho sempre votato ai referendum, per me è la scelta giusta, ma questo dimostra che quando sono convinto di una cosa decido di testa mia». E sulla questione morale come la pensa? «Che c’è uno sbilanciamento tra giustizia e politica. La giustizia è più forte della politica. La mia opinione a differenza di quella di qualcun altro e non mi riferisco a Renzi, è che questo sbilanciamento non sia dovuto alla magistratura, ma la responsabilità è della politica. Se ho chiesto a tutti le liste dei candidati quindici giorni prima perdarleall’Antimafia è perché penso che la politica debba curare se stessa da sola: a uno che è garantista, questa decisione è costata molto, ma in que sto momento bisogna far vedere che la politica sa agire per conto proprio».

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