Emiliano al vetriolo: “Con Renzi c’è il peggio del Paese”. Guerra nel PD

11 Apr 2016 8:21 - di Redazione

«L’aria è molto migliorata in pochi giorni, ma non mi nascondo che il quorum sarebbe un’irruzione della provvidenza nella storia. Fondamentale sarà votare presto al mattino, in modo da spingere gli sfiduciati a un atto di responsabilità». Michele Emiliano, governatore pugliese e frontman del referendum dentro e fuori il Pd, risponde dal palco del concertone di Bari, cinquemila persone in piazza per il sì. Che cosa pensa della campagna astensionista del Pd? «Per la nostra tradizione civile, mi provoca un grande dolore. Lo stesso governo che nella riforma costituzionale ha abbassato il quorum sul referendum fa campagna per far mancare il quorum». Ci saranno conseguenze? «Danni incalcolabili per la politica che può essere considerata opportunista».

Emiliano: “Pd è il partito dei petrolieri”

Qual è l’umore della base Pd? «Immensa tristezza per aver sposato la parte peggiore del Paese contro la nostra storia. Renzi aveva giurato di rottamare le lobby, invece vive e lotta insieme a loro. È gravissimo: noi non siamo il partito dei petrolieri». Se il quorum mancasse, sarebbe un fallimento per voi? «Noi abbiamo già vinto. Su cinque dei sei quesiti il governo è stato costretto alla retromarcia: abbiamo sventato un piano scellerato con decine di altre piattaforme». Ma resta un quesito. «Sì, l’ultimo regalo ai petrolieri fattodal governo: leconcessioni highlander, immortali come i vampiri. Ogni voto sarà un paletto di frassino, intanto facciamo irrompere la luce della verità. Tutti hanno capito che questi pozzi non hanno impatto ne sull’approvvigionamento energetico ne sull’occupazione. E che senza continueremmo tranquillamente ad accendere i termosifoni e a cucinare la pasta, allo stesso costo».

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Il referendum si poteva evitare? «Facilmente, se il governo avesse parlato con noi. Io e Pittella ci presentammo al ministero chiedendo udienza. Nè il premier né il ministro ci hanno mai ricevuti. Sbattuti fuori come migranti alle frontiere». Perché, secondo lei? «Era una trappola: mantenere in vita l’ultimo quesito per farci schiantare contro il muro del quorum e umiliarci. Il governo si è voluto vaccinare contro un movimento istituzionale e popolare, ma ha fallito: nonostante i tentativi di oblio, il referendum esiste per milioni di italiani, altro che zero virgola. E anche senza quorum, sarà l’inizio e non la fine della battaglia».

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