Damasco denuncia: «Forze Usa ci stanno invadendo». Mosca: «Illegale»
Il governo di Damasco ha denunciato poche ore fa l’ingresso nel nord della Siria di 150 soldati Usa affermando che si tratta di un «chiaro atto di aggressione». Lo afferma una fonte del ministero degli Esteri citato dall’agenzia Sana. Nei giorni scorsi fonti di stampa arabe avevano detto che si trattava di una prima parte dei 250 militari che il presidente Barack Obama aveva detto di voler inviare in Siria. Secondo il ministero degli Esteri di Damasco, i soldati americani sono sbarcati a Rmeilan, nel nord-est del Paese, in una base gestita da tempo dalle forze curde che combattono l’Isis con il sostegno degli Usa. La stessa fonte ha affermato che si tratta di una «flagrante violazione della sovranità siriana» e ha fatto appello alla comunità internazionale perché ponga fine a quello che descrive come un attacco diretto”. Nel febbraio scorso l’Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus) aveva riferito che nella stessa base di Rmeilan era arrivato l’inviato speciale Usa per la lotta all’Isis, Brett McGurk, per incontrare i dirigenti delle forze curde. Verosimilmente i soldati americani sono arrivati da Erbil, nel Kurdistan iracheno, dove gli Usa hanno una enorme base con aeroplani ed elicotteri. Le forze entrate dovrebbero appartenere ai gruppi speciali della Cia, o agli Air Force Commandos o ai Green Berets (nella foto).
Damasco respinge le accuse di aver colpito Aleppo
L’invio di personale militare in Siria da parte degli Usa è «illegittimo». Così il vice ministro degli Esteri russo Gennady Gatilov rispondendo a una domanda di un giornalista. Lo riporta la Tass. «Gli Usa – ha spiegato – non hanno un mandato dal governo siriano». Martedì Obama ha detto che altri 250 uomini delle forze speciali saranno inviati in Siria per aiutare i militanti locali a combattere i terroristi. Intanto si apprende che la tregua in Siria è stata violata sei volte nelle ultime 24 ore: lo sostiene il ministero della Difesa russo, che ha registrato tre violazioni nella provincia di Latakia, due in quella di Damasco e una in quella di Aleppo. Secondo Mosca,i combattenti del gruppo d’opposizione Ahrar al-Sham” e quelli del gruppo d’opposizione Jaish al-Islam hanno aperto il fuoco con i mortai su alcuni centri abitati. Mosca ha chiesto al Consiglio di sicurezza dell’Onu di inserire le due formazioni nella blacklist delle organizzazioni terroristiche. Infine, il governo siriano ha respinto oggi le accuse di aver bombardato con le sue forze aeree un ospedale da campo gestito dal Medici senza Frontiere ad Aleppo – città che si trova sulla linea del fuoco tra esercito regolare di Damasco e terroristi – e alcuni edifici circostanti, con un bilancio stimato di almeno una trentina di civili uccisi. «Queste voci – scrive l’agenzia Sana, citando fonti governative – sono solo un tentativo di coprire i crimini commessi dai terroristi contro la popolazione». L’agenzia afferma che almeno «nove civili sono stati uccisi e decine feriti da bombardamenti dei terroristi con razzi e da spari di cecchini» contro i quartieri di Aleppo controllati dall’esercito siriano.