Dal pettegolezzo in cortile al gossip sul web: un libro sui nuovi “spioni” on-line

2 Apr 2016 15:36 - di Desiree Ragazzi

«La linea di demarcazione che separava un tempo la scena pubblica dalla scena privata è svanita». Come in una partita di scacchi sui social bastano poche mosse per trasformare voci e rumor in gossip e poi in notizia. E questo fenomeno in politica è amplificato grazie  ai salotti televisivi, ai giornali, ma soprattutto a Facebook, Twitter, Instagram e Youtube. Ad affermarlo due sociologi dell’Università di Messina, Francesco Pira e Antonia Cava che hanno pubblicato per Aracne il libro Social Gossip: dalla chiacchiera di cortile al web pettegolezzo.

Social gossip e la trasformazione del pettegolezzo

Il libro ripercorre la funzione so­cio-comunicativa del pettegolezzo interpretando i media come “spazio pri­vilegiato del voyeurismo verbale”. I due sociologi della comunicazione sfidano il pregiudizio che lega il chiacchiericcio al frivolo, invitandoci a prenderlo sul serio. «Il pettegolezzo – spiegano i due docenti – nel tempo ha cambiato forma, linguaggi, strumenti di trasmissione ed è diventato soprattutto sui social network parte della costruzione della propria identità».

Il gossip politico

Un intero capitolo del libro è dedicato al gossip politico. Da Porta a Porta,  dove la politica annuncia e decide più che in Parlamento, a Dagospia, il passo non è breve ma viene spiegato dai due autori con una precisione certosina. «Prima dell’intrattenimento politico, già i talk show di Maurizio Costanzo avevano condotto gli spettatori nelle vite private dei personaggi pubblici. La curiosità del pubblico si accende in particolare sui segreti, sugli scandali, sui conflitti, gli insuccessi, le trasgressioni dei protagonisti della politica». Secondo gli autori, nasce la “logica soft”, fatta anche di convivialità e ironia che diventa una strategia di successo dal momento che gli spettatori sono fidelizzati all’infotainment (informazione e intrattenimento) politico.

Dalla tv ai social: il voyeurismo verbale

Ma non c’è solo la tv. Questo meccanismo si è amplificato con l’arrivo del web: siti, social network, blog introducono nuovi modelli narrativi, offrendo poi una nuova chance a chi desideri sbirciare nella vita degli altri. Il voyeurismo diventa reticolare e il retroscena politico è solo uno dei nodi del pettegolezzo on line. «È difficile da prevede quanto durerà questo approccio if true nella comunicazione politica di chi governa o fa opposizione – osserva Pira, che ha scritto vari testi sull’evoluzione della comunicazione politica – Sicuramente fino a quando quella parte di italiani ancora sensibile alla televisione, che legge i giornali e trascorre alcune ore in rete, non proverà a verificare se ciò che arriva dai social o dalla tv o dalla rete è vero o falso. È chiaro che c’è una parte della politica che provvede a iniettare nel sistema mediatico gossip a volontà. E anche i giornalisti parlamentari spesso si ritrovano invischiati in questi circuiti non sempre comprensibili».

 

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