Il commento – Sono gli Usa di Hussein Obama i veri nemici dell’Europa unita

23 Apr 2016 11:37 - di Giancarlo Lehner

Dagli Ottanta del secolo scorso, partendo dalle analisi della Cia e dalle proiezioni economico-strategiche, la politica estera statunitense ha avuto come bussola ossessiva il ridimensionamento dell’Europa. Gli Usa, attraverso la Nato, ha impedito alla Ue di svilupparsi come potenza economica, politica e militare, mentre da Wall Street è partito l’attacco finanziario mirato a creare le basi della crisi infinita dell’eurozona. Dai poteri forti statunitensi scaturì il “manipulitismo”, che tuttora imperversa, paralizzando ogni prospettiva di rilancio italiano. Lo squilibrio dei poteri, oltre alla delegittimazione del legislativo e dell’esecutivo, costa al Paese assai più dell’evasione fiscale e della corruzione.

Solo Berlusconi capì come muoversi in politica estera

A mettere in pericolo la sopravvivenza di Israele e a derubricare l’Europa a periferia del mondo, per giunta in costante pericolosa emergenza, sono state create le folli primavere arabe, l’assassinio di Gheddafi con l’annesso caos libico, mentre la puntigliosa militanza contro Assad, favorendo tutte le opposizioni al regime sciita, ha rafforzato ed armato i gruppi fondatori dell’Isis. Anche il Califfo è un regalo della politica estera americana, così come l’Iran col quale si fanno affari, svendendo noi stessi. Lo stesso colpo di Stato in Ucraina contro un presidente democraticamente eletto, la vulgocrazia piazzaiola e la successiva guerra civile sono serviti alla politica antirussa e al conseguente embargo, che costa lacrime e sangue soprattutto agli italiani ed all’economia europea. L’unico in Italia che, in politica estera, intuì i giusti anticorpi alla strategia della Clinton e di Hussein Obama fu Berlusconi che volle rapportarsi con Putin e con il mercato della Federazione russa, stipulando, inoltre, un intelligente trattato di amicizia con Gheddafi come volano commerciale, nonché affidabile sbarramento all’emigrazione.  Anche per tali saggi tentativi  di coniugare lealtà occidentale e opzioni alternative, scattò l’ennesimo colpo di Stato e Berlusconi fu criminalizzato, esautorato e, infine, privato del seggio parlamentare. Del progetto antieuropeo statunitense fa sicuramente parte il Papa latinoamericano, che, non a caso, all’unisono con Obama, preferisce consigliarsi con Raul Castro,  i teologi fuori di testa, gli imam, piuttosto che con i cardinali italiani ed europei. Entrambi, Hussein Obama e Jorge Mario, del resto, per metterci ulteriormente in ginocchio invocano, anzi impongono accoglienza indiscriminata all’orda islamica. Non va dimenticato, come preludio anticristiano ed antieuropeo, che fummo chiamati da Onu, Nato e Usa a bombardare i fratelli  ortodossi della ex Jugoslavia, per far prevalere i maomettani, i quali, ora, proprio nel Kosovo addestrano gli aspiranti assassini degli euroinfedeli, ebrei o cristiani che siano.

Gli ex-comunisti ieri con l’Urss oggi con gli Usa

E i comunisti italiani, da D’Alema a Napolitano, si sono ben distinti come complici del piano. Dopo la saggia politica estera di Berlusconi, prevalsero anche in Italia, a cominciare da Monti, gli eurolacchè totali, cioè le quinte colonne obamiane. Una classe politica, degna di questo nome, ammesso che sia ancora possibile formarla, dopo la stagione della selezione sulla base degli scontrini del bar e dei congiuntivi più fantozziani possibili, non deve dividersi sui falsi aut-aut (Europa o non Europa, euro o non euro, ad esempio), riprendendo con coraggio e piena autonomia, sia pure ripartendo dallo sfascio, il cammino interrotto verso un’Europa-Nazione capace di divenire potenza economica, politica, militare a livello mondiale.

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