Bulgaria, ecco i cacciatori di clandestini. È il fallimento della Ue

7 Apr 2016 19:11 - di

La pessima gestione dell’Unione europea dell’emergenza clandestini ha fatto scoppiare l’Europa: da più parti si costruiscono muri e fili spinati, molti Paesi sospendono gli accordi di Schengen, e ognuno si regola come meglio crede per affrontare l’invasione. Mentre si apprende che verso l’Italia stanno facendo rotta 300mila clandestini e che il papa andrà sull’isola di Lesbo per incontrarli, al confine bulgaro-turco sono già attive da diverse settimane le prime ronde anti-migranti. Il governo di Sofia ha già fatto erigere una recinzione metallica, ma questi gruppi preferiscono vigilare ugualmente: li capeggia Dinko Valev, un espero di arti marziali che assicura che le ronde non sono armate, ma girano per i boschi a bordo di fuoristrada. Domenica scorsa, racconta La Stampa in un reportage, la tv bulgara ha documentato un’operazione dell’Organizzazione a protezione dei cittadini bulgari, che ha intercettato e consegnato alla polizia di confine bulgara di 23 clandestini. Da parte loro le autorità fanno sapere di apprezzare la segnalazione da parte dei cittadini di attraversamenti irregolari del confine. Da sottolineare che i media bulgari seguono e spettacolarizzano le azioni dei cacciatori di clandestini, presentandoli come difensori della patria. Valev ha dichiarato in un’intervista di ritenere che molti clandestini siano terroristi islamici.

L’Unicef: tra i clandestini i più a rischio sono i bambini

Ma l’emergenza peggiora, e l’Europa, come l’Italia, è assolutamente inadeguata ad affrontarla e a gestirla: tafferugli tra migranti e polizia sono avvenuti anche oggi nel campo di Idomeni, in territorio greco al confine con la Macedonia, dove oltre 12 mila migranti e profughi restano bloccati da settimane dopo la chiusura dei confini in tutti i Paesi della rotta balcanica. Come riferiscono i media serbi, gli incidenti sono scoppiati quando una cinquantina di migranti hanno cercato di forzare la barriera di filo spinato chiedendo l’apertura della frontiera greco-macedone. I dimostranti hanno occupato la locale ferrovia che corre in prossimità del confine, e gli agenti in assetto antisommossa sono intervenuti con scudi e manganelli. Nel giorni scorsi si registrarono casi di pedofilia e tentati linciaggi. L’Unicef da parte sua comunica che dall’entrata in vigore dell’accordo Ue-Turchia, oltre 22.000 bambini migranti e rifugiati sono rimasti bloccati in Grecia e devono far fronte ad un futuro incerto, quando non persino a forme di detenzione. I bambini non accompagnati sono la categoria più a rischio e rappresentano circa il 10% della popolazione migratoria minorile presente attualmente in Grecia: se ne stimano circa 2.000, ma non tutti sono registrati. Mentre prosegue il processo di rinvio dei migranti e dei rifugiati dalle isole greche verso la Turchia, in applicazione del recente accordo, l’Unicef ricorda il dovere degli Stati di prendersi cura e proteggere tutti i bambini e di offrire loro una possibilità equa e piena di essere ascoltati al momento di prendere decisioni sul loro futuro.

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