Biancofiore: è finita con Berlusconi, lui non è più quello di un tempo

22 Apr 2016 16:22 - di Redazione

“Non sono io a lasciare Forza Italia, è Forza Italia a uscire da me”. Micaela Biancofiore, la bionda amazzone di Forza Italia, pasionaria berlusconiana tutta d’un pezzo, in un’intervista a Io Donna annuncia il suo addio. Dice Biancofiore: “È stata una grande passione per un partito, un’idea, un leader”. E ora? «Berlusconi non mi risponde più al telefono. Una delusione enorme. Abbiamo rotto sulle strategie per le comunali di Bolzano. Lui non è più il formidabile stratega di un tempo. La triste verità è questa. È sotto gli occhi di tutti: un partito a pezzi, dilaniato da faide, guerre personali. Un pena. Mi aveva promesso che avrei guidato le Crociate della libertà, un movimento per riconquistare l’elettorato deluso”.

In pratica Biancofiore non ha retto all’esclusione dal “cerchio magico” che influenza le decisioni di Berlusconi. Un affronto alla sua inflessibile fedeltà, che l’ha spinta in passato a schierarsi persino in difesa della virilità del cagnolino Dudù: “Non è gay, voleva accoppiarsi con la mia cagnetta, ho visto io la sua erezione”, specificò a La Zanzara. La passione di Micaela per Silvio ha più volte determinato dichiarazioni prontamente riprese dalla stampa: “Con Berlusconi al Quirinale – disse nel 2013 – avremmo un’Italia-rock, l’uomo è avanti, è figo, geneticamente figo, un figaccione che potrebbe vivere fino a 120 anni. Lo voglio presidente della Repubblica, gli italiani pure”.  Nella sua autobiografia, Biancofiore si dichiarò fidanzata ideale di Silvio: “L’anello di brillanti Damiani che mi ha regalato Berlusconi lo porto alla mano destra, senza mai toglierlo. Perché in fondo sono fidanzata con lui, da sempre“. Lei, la rappresentante orgogliosa della Berlusconi generation, non esitò a dire che il suo leader era meglio del Papa, “l’Obama italiano”, la “fiaba della mia vita”. Ma adesso, causa i dissapori sulle amministrative, è tutto finito. Del resto, come lei stessa ha scritto nell’autobiografia, “noi donne nate negli anni Settanta siamo come Candy Candy: nate per soffrire, in attesa di un amore impossibile”.

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