Ue-Turchia accordo fatto: dal 20 marzo i clandestini saranno rimpatriati

18 Mar 2016 16:40 - di Giacomo Fabi

Alla fine il tanto sospirato accordo tra Ue e Turchia è arrivato. Ora il problema è capire se regge e quanto regge. Interrogativo legittimo dal momento che Ankara non è nuova a ripensamenti finalizzati a rialzare la posta di quanto precedentemente pattuito. È già capitato con la richiesta di raddoppiare da tre a sei miliardi il contributo della Ue per contenere la pressione dei migranti che da lì vanno in Grecia per poi ammassarsi sul confine macedone in attenda di ottenere il visto per la Germania. Ma torniamo all’accordo, il cui annuncio è stato dato per primo dal premier ceco Bohuslav Sobotkati e poi confermato da quello finlandese Juha Sipila.

L’intesa costerà all’Europa altri 3 miliardi

Secondo fonti della Ue, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha messo sul tavolo dei 28 una proposta rivista, frutto del negoziato con Ankara, chiedendo ai leader di adottarla senza apportare cambiamenti. Secondo la bozza, i rimpatri in Turchia dei migranti arrivati illegalmente in Europa prenderanno il via dal 20 marzo mentre si prevede un’accelerazione dei primi 3 miliardi di euro ad Ankara e l’apertura del capitolo negoziale 33 (quello che riguarda il budget) per l’adesione della Turchia all’Ue.

Ma il vero obiettivo della Turchia è l’ingresso nella Ue

La data di inizio delle operazioni costituiva uno dei quattro nodi su cui si è più dibattuto. Tra i punti cruciali anche le preoccupazioni legali legate ai rimpatri, che nel documento si affrontano specificando che i rinvii saranno compiuti in linea con le leggi internazionali e Ue, e che non ci saranno espulsioni collettive. La proposta prevede di rilanciare le relazioni Ue-Turchia, di fare il lavoro preparatorio per l’apertura di nuovi capitoli negoziali compreso, appunto, quello relativo al budget. Sulla partita dei soldi, si punta ad accelerare la spesa dei primi tre miliardi per i rifugiati, con la definizione congiunta tra Bruxelles e Ankara dei progetti da finanziare. Al termine della spesa dei primi tre miliardi, si dovrebbe passare allo stanziamento dei tre aggiuntivi chiesti da Ankara.

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