Terrorismo: arrestato a Salerno algerino legato alle belve di Bruxelles
La lotta al terrorismo coinvolge anche l’Italia. A Salerno è stato arrestato un algerino che, secondo gli investigatori, è collegato alle belve di Parigi e Bruxelles. Il sospetto jihadista è stato bloccato a Bellizzi, in provincia di Salerno, al termine di un’indagine degli uomini della Digos di Roma e della lotta al terrorismo. L’arresto è avvenuto su mandato di cattura europeo spiccato dalle autorità del Belgio. Il sospetto terrorista si chiama Djamal Eddine Ouali, quarantenne, sarebbe legato a un’organizzazione criminale dedita alla produzione di falsi documenti e allo sfruttamento dell’immigrazione calandestina. Il suo nome era emerso nel corso di perquisizioni effettuate nell’ottobre scorso a Bruxelles, quando emersero centinaia di falsi documenti d’identità. Tra le innumerevoli foto, c’erano anche quelle di tre terroristi appartenenti al gruppo che ha progettato e realizzato le stragi a Parigi. Si tratta di Soufiane Kayal, alias utilizzato da Najim Laachroui (uno dei due kamikaze dell’aeroporto di Bruxelles), Samir Bouzid, alias utilizzato da Mohammed Belkaid (l’uomo rimasto ucciso nel blitz che ha portato alla cattura di Abdeslam Salah) e Yassine Baghli, alias utilizzato dallo stesso Salah.
Solo nella tarda serata di venerdì, tramite Interpol, è arrivata la foto di Ouali, e così la polizia ha avuto la conferma che era la stessa persona che nel Salernitano aveva fatto richiesta di permesso di soggiorno; così è partita l’operazione contro il terrorismo nel Salernitano . Il sospetto jihadista è ora a disposizione della Procura generale della Corte d’Appello di Salerno per le procedure di estradizione, anche perché del suo arresto è stato dato immediato avviso alle autorità del Belgio. Proseguono le indagini per accertare i motivi della presenza dell’uomo nel Salernitano e la sua rete di appoggi. In ogni caso si confermano tre elementi che molti fingono di ignorare: 1) lo stretto collegamento tra le organizzazioni dell’immigrazione clandestina e quelle dedite al terrorismo; 2) la necessità di un sempre più stretto collegamento di intelligence nella lotta al terrorismo tra gli Stati europei ; 3) la circostanza che, nella guerra globale scatenata dal terrorismo jihadista, ogni Paese europeo è in prima linea.