Salah, rivelazione choc: “Pianificavo nuove azioni da Bruxelles”

20 Mar 2016 19:52 - di Redazione

Salah Abdeslam comincia  a parlare: e come era prevedibile quel poco che dice è a dir poco agghiacciante. A partire dalla rivelazione, diffusa poi dal ministro degli Esteri belga, Didier Reynders, secondo cui il terrorista degli attentati del 13 novembre a Parigi “stava pianificando nuove azioni da Bruxelles“. Una notizia che il ministro belga ha definito “probabilmente vera”, visto che “abbiamo trovato molte armi, armi pesanti nelle prime indagini, e che abbiamo visto una nuova rete di persone attorno a lui a Bruxelles”

Salah pianificava nuove azioni da Bruxelles

Non solo: Reynders ha spiegato che le prime informazioni fornite da Salah Abdeslam sono state quelle secondo cui l’attentatore “voleva andare allo Stade de France per farsi esplodere, e che non l’ha fatto. E l’altra è che era pronto a ricominciare qualcosa a Bruxelles”. Il ministro ha parlato durante un panel di un convegno organizzato dal German Marshall Fund, e le sue parole sono riportate in una nota della Fondazione.”Dopo gli attacchi a Parigi – ha sostenuto il ministro belga – avevo detto ad una tv che stavamo cercando una decina di persone con armi pesanti, abbiamo molto più di questo da novembre, non solo in Belgio ma anche in Francia. Per il momento abbiamo trovato oltre 30 persone coinvolte negli attacchi terroristici a Parigi, ma siamo sicuri che ce ne siano altri”, ha quindi concluso Reynders.

La cattura di Salah: il “frutto di un lavoro enorme”

E in effetti, a conferma dell’ingente entità di uomini e mezzi messa a disposizione per la ricerca di Salah dichiarata dal ministro belga, sono arrivate in queste ore anche le parole del procuratore federale belga Frederic Van Leeuw, che ai microfoni della Rtbf ha dichiarato: “Non è stato un caso se siamo arrivati all’appartamento di rue du Dries a Forest e poi a Salah Abdeslam”. Bensì, rilancia il procuratore, l’arresto del terrorista più ricercato degli ultimi tempi è stato il frutto di “un lavoro enorme. Abbiamo trattato quasi 24.000 chiamate, con informazioni che portavano in tutte le direzioni. Ma con la verifica di ogni dettaglio siamo arrivati a Forest e da lì ad accelerare sull’arresto” di Salah Abdeslam. Non solo: secondo un reportage della tv Rtl, un passo avanti nelle indagini sarebbe stato compiuto anche giovedì, a 24 ore dalla cattura di Abdeslam, con i funerali di suo fratello Brahim, uno dei kamikaze della strage di Parigi. Alla cerimonia funebre gli inquirenti hanno filmato i presenti, riprendendo tra gli altri, anche Abid Aberkan. Stando alla Dh, infatti, è proprio ad Aberkan (arrestato con l’accusa di partecipazione a gruppo terroristico) che Salah si sarebbe rivolto per ottenere aiuto, dopo la perquisizione dell’appartamento di Forest. Aberkan gli aveva proposto di nascondersi nella cantina di casa della madre Djemila M., al 79 di rue des Quatre Vents, a Molenbeek.

Le indagini, le intercettazioni, i pedinamenti, gli arresti

E guarda caso, allora, Djemila M. proprio venerdì era stata fermata dalla polizia, accusata di aver nascosto il latitante, e rimessa in libertà a condizione di non comunicare con la stampa. Quanto a Sihane A., altra donna fermata dalla polizia nell’appartamento, sarebbe stata rilasciata dopo alcuni accertamenti. Nonostante la procura ufficialmente leghi la localizzazione di Salah nell’appartamento di rue des Quatres-vents a intercettazioni telefoniche, con riscontri incrociati sull’entourage del terrorista, sono diverse le indiscrezioni che circolano sugli on-line dei media. Secondo Politico, per esempio, che cita due fonti vicine all’inchiesta, gli inquirenti belgi e francesi avrebbero individuato la pista grazie ad un’ordinazione di pizza troppo abbondante per il numero di persone domiciliate all’indirizzo. Per la Sudpresse, invece, l’arresto sarebbe avvenuto grazie a una soffiata anonima, forse di un vicino. Un’altra opzione, evocata dalla Rtbf, riguarda invece un video del funerale di Brahim girato con uno smartphone, forse per farlo vedere a Salah, che non aveva potuto assistervi. Qualunque sia stato l’elemento determinante, il fatto è che comunque, dopo 4 mesi, Salah è stato arrestato: scovato lì dove era sempre stato nascosto dal giorno dopo quella carneficina di Parigi, di cui ancora gronda il sangue dalle sue mani…

 

 

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