La rivincita: le aziende preferiscono chi proviene dal Liceo Classico

30 Mar 2016 11:53 - di Augusta Cesari

Il colpo di coda del caro “vecchio” Liceo Classico arriva da una ricerca voluta dall’Istituto Marcelline Tommaseo che indica che il 47% delle aziende italiane ritiene che ai giovani manchino le competenze generali e il senso pratico. Indovinate qual è la scuola che colma questa lacuna? Il Liceo Classico, naturalmente. La ricerca ha messo insieme i dati raccolti dalla giornalista Gaia Fiertler, «che è andata a intervistare una dozzina di manager di importanti e note aziende italiane e internazionali. E il risultato è quantomeno sorprendente: la scuola che più di tutte può colmare questo gap, dicono gli interpellati, è il liceo classico, nonostante la profonda crisi che sta vivendo.

La ricerca dell’Istituto Marcelline Tommaseo spiega che il rigoroso esercizio di pensiero della classicità potrà essere ancora funzionale e prezioso proprio per non avere un’utilità pratica diretta nel mondo delle imprese e delle organizzazioni, oggi chiamate a innovare e a cambiare di continuo. Le competenze che servono per affrontare le sfide del mondo del lavoro sono proprio le capacità generali, dette anche life skill o soft skill, ossia le capacità personali, e non quelle tecnico-professionali. La formazione classica dà strumenti che non offrono soluzioni, ma allenano la mente a trovarle, a cercare chiavi di lettura e angolazioni inedite, funzionali dunque alla ricerca di una continua innovazione, dove anche la fantasia creativa ha un ruolo essenziale per emergere e primeggiare. Il liceo classico in questi anni ha vissuto alterne vicende, alterne preferenze. «Dopo una leggera ripresa delle iscrizioni nei primi anni 2000, con oltre il 10% del totale degli iscritti alle secondarie di secondo grado (ma negli anni ’50 rappresentava il 30%), negli ultimi 5 anni -spiega la ricerca dell’Istituto Marcelline Tommaseo- il trend si è di nuovo invertito», riporta La Stampa. «Le iscrizioni al primo anno nel 2015-16 sono scese al 6% (per statali e paritari), corrispondenti a circa 30.000 ragazzi e ragazze. E, se nei decenni passati è stato il liceo scientifico a sottrarre iscrizioni (maschili) al classico, ora la maggiore concorrenza sulle iscrizioni (femminili) pare esercitata dall’indirizzo linguistico unitario istituito dalla riforma Gelmini, che ha abolito le numerose sperimentazioni preesistenti e ha posto le premesse per una crescita consistente delle iscrizioni (fonte: Miur)», si legge ancora nella ricerca. Purtuttavia l’ insostituibilità del Classico è accertata una volta di più. Il liceo “inventato” dalla Riforma Gentile si conferma il più moderno, nonostante i “ritocchini” avuti negli anni.

 

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