Rissa in un campo profughi in Grecia: un violentatore sfugge al linciaggio
Situazione difficilissima nel campo profughi di Idomeni, in Grecia non lontano dal confine macedone. Nel campo vi sono ammassati migliaia, si dice 15mila, di clandestini, che dormono nel fango in attesa che la Ue si decida a risolvere la situazione verificatasi nel Balcani dopo l’invasione di immigrati. Nelle ultime ore, uno di questi clandestini è stato a stento sottratto dal linciaggio degli altri immigrati, perché accusato di aver violentato una bambina di sette anni. È scoppiata una gigantesca rissa e gli agenti ellenici sono dovuti intervenire per impedire che l’uomo fosse linciato. Da quando la Macedonia ha chiuso le frontiere la tensione è salita in modo esponenziale, e i clandestini si disputano alloggi di fortuna, cibo e acqua. In tutta la Grecia a oggi ci sarebbero 50mila clandestini in attesa di conoscere la propria sorte.
I ritardi della Ue causano situazioni come quella di Idomeni
Un invito alla Ue ad accelerare i tempi per l’attuazione del piano per la ripartizione dei profughi nei Paesi membri è venuto dal commissario europeo all’immigrazione Dimitris Avramopoulos, che ha visitato il campo di Idomeni, dove migliaia di immigrati restano bloccati in condizioni sempre più precarie. «La situazione qui è tragica, se si pensa che un terzo delle persone a Idomeni sono bambini», ha detto Avramopoulos. Insieme abbiamo approvato il meccanismo di trasferimento (dei migranti), che deve cominciare a funzionare immediatamente», ha detto il commissario. «Il nostro obiettivo è riuscire a trasferire seimila persone al mese», ha aggiunto sottolineando come sono solo alcune centinaia i profughi trasferiti finora da Italia e Grecia negli altri Paesi Ue, una goccia nel mare rispetto ai 160 mila previsti. E si è anche appreso che i clandestini che sono entrati in Macedonia scavalcando la recinzione al confine con la Grecia sono stati picchiati dalle forze dell’ordine macedoni prima di essere riportati in Grecia. Il 21enne siriano Molham al-Masri ha riferito all’Ap di far parte del gruppo di diverse centinaia di persone fuggite nei giorni scorsi dal campo di Idomeni per entrare in Macedonia. Il giovane ha spiegato che i soldati macedoni li hanno accerchiati e li hanno attaccati: «Mi hanno colpito con un bastone, altri sono stati aggrediti con un taser». Poi ha aggiunto che l’esercito li ha costretti a entrare dentro un veicolo militare che li ha riportati in Grecia.