La profezia dell’economista, la Sicilia fallirà tra pochi mesi: ecco perché

11 Mar 2016 10:30 - di Redazione

Un’intervista a Massimo Costa su La Voce di New York ha snocciolato dati agghiaccianti spiegando quella che si profilerà a breve come una bancarotta tecnica. Massimo Costa, economista dell’Università di Palermo, accusa: «E’ stato l’anti-siciliano Matteo Renzi a voler chiudere definitivamente i conti. Lo scippo dei fondi nazionali, l’esclusione da ogni investimento nel decreto sblocca-Italia… Prepariamoci al collasso dei servizi pubblici, ai senza reddito, ai disordini e all’insicurezza. Con Renzi bisognerà ringraziare anche il presidente della Regione, Rosario Crocetta!». In questa intervista il professore lancia una profezia di sventura: il fallimento della Sicilia e la fine dell’Autonomia siciliana. Con il licenziamento di migliaia e migliaia di persone, disordini sociali. Insomma, il caos sociale. E non lo prevede tra dieci o quindici anni, ma già a partire da quest’anno o, al massimo, entro il prossimo anno. “La realtà – dice nell’intervista– non è quella che sembra. Attenzione a quello che sta accadendo in questi giorni e in questi mesi in Sicilia. Vi proponiamo una nostra ricostruzione, tutt’altro che rassicurante. Fra pochi mesi vedremo se abbiamo ‘azzeccato’ (speriamo, davvero, di sbagliarci)”.

Sicilia, la “soluzione finale”

Tra le altre cose, il professor Costa si sofferma sul Bilancio approvato dal Parlamento siciliano. Per rendere chiaro il concetto ai lettori americani, «vi diciamo subito che il Governo nazionale, negli ultimi due anni e un mese ha tolto alla Regione siciliana (che, come spesso scriviamo, è Autonoma, un po’ come uno Stato Usa) 5 miliardi di euro. La Regione aveva già un ‘buco’ di 2 miliardi di euro per la metà coperto con un mutuo. In pratica, il ‘buco’ totale nel Bilancio di cassa della Regione siciliana ‘viaggia’ tra 5 e 7 miliardi di euro! Ai lettori americani cui l’intervista è ruvolta – prima di essere ripresa dai siti italiani – c’è preoccupazione per «il trattamento che il governo Renzi – molto influenzato dalla Germania della signora Merkel – sta riservando alla Sicilia. Ed è anche logico: i militari americani hanno grandi interessi geopolitici in Sicilia, dalla base di Sigonella al Muos di Niscemi. E non dovrebbero essere felici di vedere una Sicilia preda di grandi disordini sociali provocati, di fatto, dal Governo nazionale. Con un buco finanziario di cassa che varia da 5 a 7 miliardi di euro la Regione siciliana non può approvare un Bilancio normale. Così ha approvato un Bilancio provvisorio per i primi quattro mesi dell’anno…». Come?

Bilancio provvisorio ed “entrate fittizie”

L’economista cita l’assessore che è stato imposto alla Sicilia da Roma: Alessandro Baccei. E’ stato lui Baccei a volere questo Bilancio provvisorio.«Dice il professore Costa: “Risveglio della Sicilia con Baccei che imputa a bilancio entrate in pre-contenzioso? Ma quando mai! E’ tutta una messa in scena. L’obiettivo reale è la soluzione finale per la Sicilia. Abbiate la pazienza di seguirmi e di mettere insieme i seguenti elementi”. L’assessore Baccei ha fatto inserire nel Bilancio provvisorio delle entrate fittizie, secondo l’economista.  Si tratta di un miliardo e 700 milioni di euro più un miliardo e 112 milioni euro che la Regione potrà utilizzare solo se lo Stato assegnerà questi soldi alla Sicilia. Come si può notare, un gioco strano, quello ‘pilotato’ dal Governo Renzi con il sottosegretario Graziano Delrio: in due anni e 1 un mese (il mese di gennaio di quest’anno), Roma ha tolto alla Regione siciliana 5 miliardi di euro circa. Ora l’assessore Baccei – piazzato in Sicilia da Renzi e Delrio – dice che, forse, il governo nazionale restituirà alla stessa Sicilia 2 miliardi e 800 milioni circa dei soldi che gli ha scippato. Questi soldi che lo Stato forse restituirà alla Sicilia si chiamano “accantonamenti negativi”.

Doppio fallimento: sarà così?

Insomma, l’economista Massimo Costa dà per fallite sia l’Italia di Renzi (e, in effetti, con tutte le tasse imposte agl’italiani vedere il debito pubblico schizzare ancora all’insù è strano: 2 mila miliardi e 200 milioni di euro, 100 e passa milioni di debito pubblico in più nel giro di pochi mesi!), sia la regione siciliana. “Conservate questa profezia – dice ancora Costa -. Secondo me non arriviamo a giugno con lo Statuto speciale. La soluzione finale è stata decisa già nell’estate del 2012, quando la Sicilia ebbe l’ardire di chiedere semplicemente quello che le spettava. “Tra il 2015 e il 2016 – conclude l’economista Massimo Costa – si dovrebbe consumare sotto i nostri occhi un vero e proprio genocidio da lungo pianificato e con effetti devastanti e definitivi. Della Sicilia resterà un cumulo di macerie. A meno che… non ci si metta di mezzo la Vergine Odigitria, la ‘Bedda Matri’ protettrice della Sicilia, e qualcuno non li ‘sgami’ prima o qualcosa in questo piano non funzioni o qualcuno in Sicilia non cominci a scuotere il giogo e cominci a identificare nemici e, soprattutto, traditori. Se questo non dovesse accadere prepariamoci alla catastrofe: collasso dei servizi pubblici, centinaia di migliaia di persone senza reddito, disordini e insicurezza, mancanza di qualsiasi prospettiva per 3 o 4 decenni a venire. Grazie Renzi! Grazie al presidente della Regione, Rosario Crocetta! E soprattutto grazie, grazie, grazie di cuore, a tutti i Siciliani, ‘sperti’, imprenditori, intellettuali, politici rampanti o professori universitari, che in un modo o nell’altro avranno contribuito a raggiungere questo prezioso risultato”, conclude il professore. Sarà così?

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