Mutui, un coro di no: Meloni annuncia il ricorso alla Consulta. Bagarre M5S

2 Mar 2016 18:08 - di Desiree Ragazzi

Sui mutui e sul diritto dei cittadini a non vedersi soffiare la casa dalle banche è guerra aperta in Parlamento. Il dibattito si fa sempre più rovente. Nella giornata che ha visto bagarre e proteste, prima in commissione Finanze e poi nell’aula della Camera, Giorgia Meloni ha annunciato – contro il provvedimento del governo che recepisce una direttiva Ue – il ricorso alla Consulta. Dal suo profilo Facebook la leader di Fratelli d’Italia ha lanciato la campagna web con l’hashtag #giùlemanidallacasa. «Fratelli d’Italia – ha scritto – sta già presentando in tutte le Regioni italiane un ordine del giorno per chiedere alla Corte Costituzionale di intervenire contro l’ennesima infamia del governo Renzi: il decreto che permette alle banche di toglierti la casa se non paghi poche rate del mutuo. E chiederemo in commissione Finanze della Camera di ritirare questo provvedimento che, dopo il prestito vitalizio ipotecario e le case in leasing, è l’ultima mossa di Renzi per derubare gli italiani dell’unica ricchezza rimasta: la casa. Per noi invece è un bene sacro che nessuno può portarti via, né lo Stato né le banche».

Mutui, le proteste

Quella di oggi è stata una giornata infuocata alla Camera. Le nuove regole, previste dalla direttiva Ue e recepite da Renzi, che stabiliscono un giro di vite per i morosi e permettono alle banche di espropriare le case dopo il mancato pagamento di sette rate del prestito ipotecario senza passare dalla sentenza di un tribunale, hanno infatti continuato a provocare le accese proteste del centrodestra e del Movimento Cinque Stelle. La commissione Finanze di Montecitorio avrebbe dovuto proseguire l’esame del decreto legislativo, ma le proteste delle opposizioni hanno costretto il governo a prendere tempo e a rinviare la seduta. Per qualche minuto i grillini hanno anche bloccato l’ingresso della commissione e hanno esposto un cartello “La casa non si tocca”. Poi la bagarre del M5S è proseguita in aula dove si stava discutendo il question time. Mentre il governo si accingeva a rispondere a una interrogazione, i deputati M5S hanno innalzato striscioni che hanno sventolato fin sotto il banco della presidenza. Il vicepresidente Luigi Di Maio ha richiamato all’ordine diversi deputati, poi ha espulso prima il deputato Bianchi e dopo anche Fiano del Pd. Il viceministro dell’Economia Enrico Zanetti ha gettato acqua sul fuoco: «La norma è sicuramente migliorabile e la commissione è appunto il luogo per discuterne tra maggioranza e opposizione». Ma le sue parole non sono servite a placare la tensione.

Forza Italia: si gettano nella disperazione migliaia di famiglie

«La nostra decisa, ma democratica protesta – ha spiegato il gruppo di FI in una nota – ha costretto il governo a una parziale marcia indietro e a rinviare la seduta della commissione Finanze di Montecitorio, che doveva approvare il provvedimento, alla giornata di domani. Andremo avanti con convinzione e determinazione contro un decreto legislativo miope e che, in un momento critico per famiglie e imprese, rischia di gettare nella disperazione centinaia di migliaia di italiani. Il governo e la maggioranza riflettano attentamente prima di insistere in modo ottuso e inspiegabile a perseguire una strada sbagliata».

Mutui, le rassicurazioni dell’Abi

Anche l’Abi è entrata nel dibattito e per voce del suo presidente, Antonio Patuelli, ha rassicurato che non c’è il «rischio di avere la casa pignorata: è una direttiva europea, non è stata richiesta dall’Abi. Non riguarda fatti del passato ma la possibilità e l’eventualità per il futuro, lasciata alla libera contrattazione tra famiglie e istituti bancari».

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