L’Expo diventerà una baraccopoli per gli immigrati? Uno scandalo da evitare
Da palcoscenico dell’eccellenza italiana ad alloggio per decine e decine di immigrati. È la nuova destinazione d’uso dell‘Expo. Una volta smontati i padiglioni, alcune aree che hanno ospitato alle porte di Milano l’Esposizione universale potrebbero essere utilizzate per sistemare gli extracomunitari che il Viminale continua a spedire nelle grandi metropoli. È l’ultima ricetta per fare fronte all’emergenza profughi sfoderata dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano con lo zampino del candidato sindaco del centrosinistra, l’ex commissario dell’Expo, Giuseppe Sala.
L’Expo farà da casa agli immigrati
L’operazione, infatti, sarebbe il frutto di un accordo stretto tra il prefetto di Milano Alessandro Marangoni (che ha confermato la paternità) e l’ex commissario Sala (che nega qualsiasi coinvolgimento) e ha scatenato reazioni durissime da parte del centrodestra e del governatore della Lombardia Maroni. La collocazione prevista dovrebbe essere quella del Campo base dell’ex Esposizione universale, dove erano collocati gli alloggi delle maestranze e dei militari addetti alla vigilanza. Unamime la protesta del centrodestra milanese che parla di «pura follia» perché «portare centinaia o migliaia di immigrati in quell’area significherebbe trasformarla in una baraccopoli». Non la pensa così Marangoni che si preoccupa di tenere fuori il candidato sindaco del centrosinistra dal polverone.«Questa è una decisione autonoma del prefetto e il prefetto si assume tutte le responsabilità delle decisioni che prende», ha detto, «non è assolutamente una scelta ereditata dalla gestione del commissario Giuseppe Sala. Stiamo valutando di accogliere un centinaio di persone già in questi giorni. Potrebbero arrivare già oggi o domani, perché gli arrivi sono continui. Poi vedremo, il campo ne tiene 500».
Maroni: ipotesi inaccettabile
Sul piede di guerra da tempo Roberto Maroni, che parla di uno scandaloso strappo del prefetto Marangoni sull’utilizzo della preziosa area che ha ospitato l’Expo e vuole andare a fondo sul ruolo di Sala. «Io so di una lettera che sarebbe stata mandata alla società Expo, nella quale si dice che in merito ci sarebbe stato un accordo con l’ex commissario Giuseppe Sala. Se così fosse, sarebbe ancora più grave, perché non poteva decidere senza coinvolgere il Consiglio di amministrazione e, vista la delicatezza della questione, senza informare il presidente della Regione». Approfondimenti a parte, Maroni non si sposta di un centimetro dalla contrarietà iniziale. «Non è accettabile. Non si può fare, noi ci stiamo impegnando molto sull’area Expo per evitare il degrado e le occupazioni abusive». Chiamato in causa, Sala nega qualsiasi coinvolgimento: «Meglio sarebbe stato che Maroni avesse fatto prima le sue verifiche – ha detto – magari sentendo il rappresentante della Regione Lombardia nel cda di Expo 2015».