Lahore, sale il numero delle vittime. Arrestati i tre fratelli del kamikaze

28 Mar 2016 11:28 - di Roberto Frulli

Arrivano i primi arresti per l’attentato del kamikaze che il giorno di Pasqua ha causato la morte di 72 persone, prevalentemente cristiani, a Lahore, nel  Pakistan centrale, ed il ferimento di altre 320. La polizia pachistana ha fermato nelle ultime ore 15 persone e, fra loro, vi sono anche tre fratelli del giovane kamikaze che si è fatto esplodere fra le famiglie che trascorrevano la Pasqua nel Gulshan-e-Iqbal Park della città. L’attentatore suicida è stato identificato come Yousuf, 28 anni, figlio di Ghulam Farid e residente nel distretto di Muzzafargarh.
E intanto, mentre il premier pachistano Nawaz Sharif arriva a Lahore per visitare i feriti e seguire personalmente le indagini, sale a 72 il numero delle vittime e a 320 quello dei feriti causati dall’azione terroristica che ieri pomeriggio ha sconvolto la serenità del parco di Lahore, dove si erano raccolte molte persone di religione cristiana per celebrare all’aperto e in famiglia la festività pasquale.
Confermando il bilancio, un responsabile del governo della provincia del Punjab a detto alla tv Express News che “le operazioni di soccorso sono ancora in pieno svolgimento”. Fra le vittime una trentina sono bambini che, nel momento dello scoppio, utilizzavano i giochi e le attrezzature sportive del Gulshan-e-Iqbal Park.
Le autorità hanno indetto tre giorni di lutto, mentre polizia ed esercito cercano di risalire ai responsabili del movimento Jamat ul Ahrar che ha rivendicato l’attentato.
Ieri, anche in Italia, molte persone si sono viste recapitare sul proprio telefono cellulare il cosiddetto “safety check“, l’applicazione che Facebook attiva nel caso di attentati o calamità naturali avvenuti nelle vicinanze: “Stai bene? L’esplosione ha coinvolto anche te?”, c’era scritto nel messaggio che ha generato momenti di apprensione in piena allerta terrorismo.
La società creata da Mark Zuckerberg si è poi affrettata a spiegare: “Abbiamo attivato il Safety Check a Lahore dopo l’esplosione. Purtroppo, molte persone non colpite dalla crisi hanno ricevuto una notifica che chiedeva se stessero bene”, si legge in un comunicato pubblicato online. “Questo tipo di bug è in contrasto con le nostre intenzioni – continua la nota del social network -. Abbiamo lavorato rapidamente per risolvere la questione e ci scusiamo con chiunque abbia per errore ha ricevuto la notifica”. Non è la prima volta che il Safety Check di Facebook finisce al centro di polemiche, anche per presunte “disparità di trattamento”: in un post diventato poi virale, il blogger libanese Joey Ayoub aveva criticato Facebook per non aver inviato alcuna notifica in seguito al duplice attentato kamikaze di Beirut lo scorso novembre.

 

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