La dura reazione della Polonia: da noi non entra più neanche un migrante

23 Mar 2016 19:41 - di Antonio Pannullo

Numerose le reazioni in tutto il mondo, e particolarmente in Occidente, dopo gli attacchi dell’Isis in Belgio. Ma la reazione pià dura e decisa è quella di Varsavia: «Dopo quanto accaduto ieri a Bruxelles non siamo d’accordo nell’accogliere alcun gruppo di migranti». Lo ha detto la premier polacca Beata Szydlo alla tv privata Superstacja. Finora la Polonia aveva accettato di accogliere circa 7000 rifugiati. Proseguono intanto anche in queste ore i controlli rafforzati alla frontiera fra Germania e Belgio. Lo ha reso noto la polizia federale. Nel punto di passaggio del confine sull’autostrada tra Aquisgrana a Liegi, i veicoli scivolano in fila indiana su una sola corsia e i viaggiatori vengono monitorati attentamente da uomini della polizia. In caso di sospetti, i veicoli vengono dirottati su una piazzola e controllati più accuratamente. Sono in azione anche cani anti-esplosivo. Lo stesso avviene sulla seconda autostrada che collega i due Paesi più a sud. Anche la polizia di Mosca ha rafforzato le misure di sicurezza dopo gli attentati terroristici di Bruxelles: lo ha dichiarato Anatoli Iakunin, capo del dipartimento di Mosca del ministero degli Interni russo. Da parte sua il ministro degli Esteri Serghei Lavrov ha detto che l’Europa è troppo vulnerabile. Si apprende anche che il governo olandese ha chiuso il proprio consolato di Istanbul per una possibile minaccia terroristica.

La Polonia d’ora in poi non accoglierà clandestini

Parole dure, all’indomani degli attentati di Bruxelles, del primo ministro francese Manuel Valls, secondo il quale «ovunque in Europa e anche in Francia, abbiamo chiuso gli occhi sull’avanzata delle idee estremiste del salassimo». Ai microfoni di Europe 1, Valls non ha rigettato la responsabilità soltanto sul Belgio: «Non voglio dare lezioni ai nostri amici belgi – ha detto – anche noi in Francia abbiamo quartieri sotto il controllo dei trafficanti di droga e dei salafiti. In questi quartieri – ha detto Valls che l’anno scorso fece polemica parlando di apartheid delle banlieue in Francia – questa miscela di traffico di droga e di islamismo radicale ha traviato una parte della gioventù». E mentre l’Europa, attonita dopo gli attacchi a Bruxelles, ancora stenta a credere di essere stata colpita di nuovo nel cuore dalla follia terrorista e ritorna nella disperazione e nell’orrore dei giorni successivi agli attentati di Parigi arriva la prima pesante mazzata anche al mondo del turismo, che negli ultimi mesi è stato colpito da una serie impressionante di eventi drammatici. Il Dipartimento di stato americano ha infatti emesso un “travel alert”, con cui avvisa i cittadini americani sui potenziali rischi legati ai viaggi verso e attraverso l’Europa. Intanto Peter Vanden Houte, esperto del gruppo Ing, fa una prima stima del danno economico degli attentati di ieri a Bruxelles: rischiano di costare al Belgio lo 0,1% del Pil, ovvero ben 4 miliardi di euro.

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