Dal governo favori alla Total e al fidanzato. La ministra Guidi si dimette

31 Mar 2016 19:13 - di Paolo Lami

Il 16 gennaio dal suo account Twitter si esalta felice come un bambino per aver ottenuto 1220 punti a Top Gear, il videogame da smartphone dove bisogna schivare il traffico, saltare sui caravan e sfrecciare nei luoghi resi famosi da Top Gear. Qualche tweet prima – siamo a dicembre 2011 – l’ingegnere Gianluca Gemelli, imprenditore siracusano della Its, azienda del ramo energia, Oil & Gas, estrattivo e bonifiche ambientali, ex-Vice Presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria e poi eletto componente della Giunta di Confindustria se la prende, invece, con i costi della politica: «Ok con i sacrifici… A quando l’eliminazione delle province e dei 50.000 posti di sottogoverno?», si chiede. Oggi che la fidanzata, l’imprenditrice Federica Guidi, è diventata, anch’essa, una politica, perdipiù ministro, con tutti i costi ad essa connessi, Gianluca Gemelli non si addolora più su Twitter per gli sprechi della casta. E, forse, ha anche smesso di perder tempo a Top Gear. Ma, secondo la Procura di Potenza che lo ha indagato per traffico di influenze illecite, alla politica bussa e dalla politica cerca risposte per ingrandire il suo business: «sfruttando la relazione di convivenza che aveva col Ministro allo Sviluppo Economico (Federica Guidi, ndr) – si legge nel capo d’imputazione contenuto nell’ordinanza di misure cautelari – indebitamente si faceva promettere e otteneva da Giuseppe Cobianchi, dirigente della Total» le qualifiche necessarie per entrare nella «bidder list (cioè l’elenco fornitori, ndr) delle società di ingegneria» della multinazionale francese, e «partecipare alle gare di progettazione ed esecuzione dei lavori per l’impianto estrattivo di Tempa Rossa».
Si addolorava, sempre su Twitter, l’imprenditore siracusano fidanzato poi con la Guidi, perché «in Francia vince l’estrema destra… Speriamo che in Italia una buona politica riesca ad evitarlo!!!». E in effetti il suo modello è Renzi: e ora si capisce anche perchèé «È avvilente dover constatare che non abbiamo offerta politica credibile, l’Italia ha perso l’occasione Renzi!!!», scrive amareggiato nel febbraio del 2013. Ma, per fortuna, il 22 febbraio 2014, esattamente un anno dopo, Federica Guidi viene nominata da Renzi ministro dello Sviluppo Economico. E lui, l’imprenditore che gioca a Top Gear, odia la destra e dice di accalorarsi per i costi della casta, può finalmente bussare alla politica.
Le intercettazioni dei carabinieri del Noe, impietose, restituiscono un quadro penoso. Raccontano di un emendamento deciso dal governo Renzi e poi fatto approvare in Senato proprio per favorire lui, Gianluca Gemelli. Che presenta i dirigenti della Total alla fidanzata ministra e segue, passo passo, l’esito di quegli emendamenti per ottenere, in cambio, lavori per la sua azienda dalla Total, interessata all’emendamento. E’ questa la ricostruzione della Procura di Potenza. Che, nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, chiede e ottiene dal gip del Tribunale di Potenza anche l’arresto per cinque funzionari e dipendenti del Centro Oli Eni di Viggiano, in provincia di Potenza – dove viene trattato il petrolio estratto in Val d’Agri – perché ritenuti responsabili, a vario titolo, di «attività organizzate per il traffico e lo smaltimento illecito di rifiuti» e il divieto di dimora nei confronti di un dirigente della Regione Basilicata.
Ma è la ricostruzione dell’attività di lobbing del fidanzato della Guidi che esplode come una bomba a Palazzo Chigi. Perché le intercettazioni del Noe illuminano tutti i passaggi oscuri della vicenda. Restituendo un quadro devastante del governo Renzi.
In gioco c’è quel progetto estrattivo “Tempa Rossa” in Val D’Agri, il Texas italiano, a cui la Total tiene tantissimo. Siamo nel 2014 e il 17 ottobre l’emendamento inserito nel decreto Sblocca Italia viene bocciato. E’ una mazzata per la Total. Diciotto giorni dopo – il 5 novembre 2014 – Gianluca Gemelli telefona alla fidanzata ministra per rassicurarsi e rassicurare i suoi contatti in Total che stavolta l’emendamento favorevole passerà. La Guidi lo rassicura, certificano in maniera imbarazzante le intercettazioni dei carabinieri del Noe: «Dovremmo riuscire a mettere dentro al Senato se è d’accordo anche Mariaele (il ministro Maria Elena Boschi, sottolineano gli investigatori) quell’emendamento che mi hanno fatto uscire quella notte, alle quattro di notte». Gemelli vuole certezza che l’emendamento riguardi i suoi contatti che attendono impazienti e la incalza: «Quindi anche coso, vabbè i clienti di Broggi», clienti di Tecnimont. Lei, di rimando: «Eh certo, capito? Te l’ho detto per quello».
Il passo successivo lo fa il fidanzato della ministra. Che chiama i suoi contatti in Total per rassicurarli: «La chiamo per darle la buona notizia – dice infervorato al dirigente della Total Giuseppe Cobianchi – si ricorda che tempo fa c’è stato casino che avevano ritirato un emendamento? Pare che oggi riescano ad inserirlo nuovamente al Senato… pare ci sia l’accordo con Boschi e compagni. È tutto sbloccato». La chiusura della manovra arriva il 18 novembre 2014, tredici giorni dopo quella telefonata. Si incontrano il ministro Guidi, i rappresentanti della Total e il sottosegretario Vicari. Subito dopo l’incontro arriva la telefonata soddisfatta a Gemelli: «A nome della società – dice al telefono il dirigente Total al fidanzato della ministra Guidi – la ringrazio per averci fatto conoscere direttamente il ministro Guidi e per l’interessamento che ha avuto». E la ministra Guidi, poche ore dopo la bufera politica che l’ha investita, dovrà rassegnare le dimissioni, chieste a gran voce dalle opposizioni. .

«Siamo di fronte a una organizzazione criminale di stampo mafioso, organizzata su base imprenditoriale», tuona nella conferenza stampa il  Procuratore Nazionale Antimafia, Franco Roberti. Ed è il De Profundis del governo Renzi di cui tutti, choccati, dalla LegaForza Italia, da Sinistra italiana agli M5S a Italia Unica chiedono, a questo punto, le dimissioni. «È l’ennesimo, mostruoso conflitto d’interesse di questo governo. Più che Guidi o Boschi la vera responsabilità è quella di Matteo Renzi. È lui che deve dimettersi. Al confronto Berlusconi era un principiante», dice Matteo Salvini.
Su Twitter il popolo social ha già iniziato il tiro a segno. E a Gianluca Gemelli che esulta: «Ho appena giocato a Top Gear: Race the Stig e ho ottenuto 1220 punti! Riuscirai a battermi?», replica gelida e feroce l’utente “Adelaida Veen”: «non posso chiedere alla mia compagna ministra di inserire un emendamento per favorirmi, vinci tu».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *