“Cercasi un giornalista gratis al Viminale”. Alfano non ritira il bando

17 Mar 2016 17:20 - di Carlo Marini

Il bando del Viminale per la ricerca di un giornalista a titolo gratuito? «Non sarebbe incardinato in via permanente nei ruoli del ministero. Non è una novità. Nessuno costringe nessuno». A dirlo Angelino Alfano che difende a spada tratta il bando che ha fatto scalpore. «Vediamo se qualcuno vuol dare una mano d’aiuto in questo modo – dice il ministro dell’Interno – viceversa prenderemo atto che nessuno ha voglia. Ma suppongo che qualcuno la presenterà, la domanda. Il nostro approccio, ovviamente, non è un approccio sindacale, ma è un approccio che dà l’opportunità di un’esperienza».

“Il bando di Alfano? Un’offesa alla dignità dei giornalisti”

Il bando per un incarico di un anno, ma a titolo gratuito è stato indetto dal ministero dell’Interno. Nel bando viene specificato che gli aspiranti devono essere giornalisti professionisti (in violazione della legge 150 del 2000) e che il vincitore verrà inquadrato con un contratto di collaborazione occasionale della durata di un anno. «Quel bando va immediatamente ritirato», osservano il segretario generale, Raffaele Lorusso, il presidente, Giuseppe Giulietti, e il presidente della Commissione lavoro autonomo della Fnsi, Mattia Motta. «È inconcepibile pretendere una “complessa attività professionale” ad “alto contenuto specialistico”, da affidare ad un giornalista professionista con certificata esperienza pluriennale, ma a titolo gratuito», proseguono i rappresentanti della Fnsi.  Senza contare l’assurdità di definire “occasionale” un incarico della durata di un anno e l’inammissibile esclusione dalla selezione degli iscritti nell’elenco dei giornalisti pubblicisti, in chiara violazione della legge 150 del 2000.
«L’attività giornalistica, al pari di tutte le altre attività professionali – chiosano Lorusso, Giulietti e Motta –, non può mai essere a titolo gratuito. Il bando pubblicato dal ministero dell’Interno offende il decoro della professione giornalistica e la dignità di migliaia di giornalisti che aspirano ad una occupazione stabile e ad una retribuzione adeguata. Per queste ragioni è auspicabile che venga immediatamente ritirato».

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