“Basta Merkel”: il coro europeo inizia a risuonare anche in Germania

13 Mar 2016 8:22 - di Redazione

E’ una domenica che al quartier generale della Afd pregustano da tempo: alle regionali in programma oggi in tre Länder tedeschi il partito guidato da Frauke Petry si prepara a un boom di consensi. A poche ore dal voto, Frau Petry attacca la cancelliera: «È ora che Angela Merkel si dimetta». E aggiunge: «È necessario per tutta l’Europa mettere fine al progetto dell’euro», spiega a “la Stampa“.

La leader dei populisti di AFD Frauke Petry: così si seppellisce l’Europa

Frau Petry, come spiega la crescita dei consensi per il suo partito? «Dal 2013 temi come l’unione monetaria, l’Europa, l’immigrazione, la famiglia, l’energia e le piccole e medie imprese. Dopo una fase in cui siamo stati prima ignorati e poi demonizzati, ora la crisi dell’immigrazione sta fungendo da catalizzatore per un cambio di posizione dell’opinione pubblica che abbiamo messo in moto noi».

Molti migranti vogliono approfittare del diritto di asilo molto liberale della Germania

La Germania dovrebbe chiudere i confini? «Nel 2015 sono arrivate oltre un milione di persone, con l’obiettivo di chiedere asilo qui. Tra loro non ci sono solo perseguitati politici e profughi di guerra, ma anche molti migranti che vogliono approfittare del diritto di asilo molto liberale della Germania. È necessario che alle frontiere tedesche vengano fatti controlli ed eventualmente respingimenti, per porre fine a questo massiccio abuso del nostro diritto d’asilo». Come intende evitare che i rifugiati oltrepassino comunque i confini? La Germania ha bisogno di reti sul modello dell’Ungheria? «Ciò a cui ci troviamo di fronte è soprattutto un’ondata migratoria illegale dal Medio Oriente e dall’Africa, agevolata dal governo. I veri profughi, specialmente i siriani e i cristiani iracheni perseguitati, possiamo aiutarli senza problemi. Contro l’immigrazione illegale servono invece un chiaro segnale politico all’indirizzo dei Paesi di origine, controlli alle frontiere, la cancellazione di stimoli finanziari, espulsioni effettuate con fermezza e una nuova riforma del diritto d’asilo. Le reti vanno costruite solo nel momento in cui queste misure non hanno successo. A quel punto però sono ovviamente necessarie».

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