Vienna è diventata un campo profughi. E la destra anti immigrati sfonda
A settembre, quando le immagini degli applausi ai binari della stazione di Vienna, degli orsacchiotti e dei regali offerti ai profughi stremati che scendevano dai treni provenienti dai Balcani fecero il giro del mondo, Werner Faymann chiamò disperato Angela Merkel per chiederle una mano. La capitale austriaca stava diventando un campo profughi a cielo aperto: decine di migliaia di siriani, iracheni, afgani, kosovari che puntavano quasi tutti a proseguire per la Germania o per la Svezia, amorevolmente accuditi dai poliziotti, da centinaia di volontari, dalla Caritas, dalle Ong, ricorda “la Repubblica”.
Il movimento di Haider ha tassi di popolarità che non si vedevano dagli anni Novanta
Faymann continua ad essere braccato da un partito che i sondaggi nazionali danno ampiamente in testa: la Fpoe è attualmente al 30 per cento, sei punti sopra i popolari della Oevp, sette sopra i socialdemocratici. La Spoe è ormai la terza forza del Paese. E il cancelliere è continuamente strattonato dai suoi alleati di governo, dai popolari. Sono stati loro i primi a rompere in autunno il tabù della “Obergrenze”, del tetto ai profughi che Faymann si è sempre rifiutato di nominare, anche per non perdere la sua alleata più importante, Angela Merkel.
Faymann deve fare i conti con la Merkel e con un’Austria che va a destra
Vienna ha definitivamente voltato le spalle a Merkel a gennaio, quando ha cominciato a costruire l’alleanza di Paesi che sta blindando le frontiere lungo il Danubio e i Balcani con un voluto “effetto domino” che arriva fino alla frontiera macedone. Una misura presa, si è sempre giustificata Vienna, per rispondere al fatto che la stessa Germania e la Svezia hanno ricominciato a controllare i confini. Ma prima di stabilire le quote di questi giorni e di sdoganare l’idea di un tetto ai profughi – saranno 37.500 i richiedenti asilo che potranno restare in Austria, quest’anno – le avvisaglie di una stretta si erano colte già ad ottobre, ma è chiaro che l’iniziativa austriaca di un coordinamento con i Balcani per blindare i confini verso la Grecia è il più pesante ostacolo per Merkel per un accordo europeo sui rifugiati.