Unioni civili, il ddl ora è a rischio. Cirinnà: qui finisce la mia carriera

17 Feb 2016 12:06 - di Adele Sirocchi
Cirinnà

Si fa estremamente incerto il destino del ddl Cirinnà. Come chiesto dal capogruppo del Pd Luigi Zanda il presidente del Senato Grasso ha convocato la conferenza dei capigruppo. La senatrice Pd di area cattolica Rosa Maria Di Giorgi dice addirittura che non è escluso un ritorno del testo in commissione, cioè la strada auspicata dalla piazza del Family day. Da parte del Pd c’è il tentativo di scaricare ogni colpa sui grillini: “Le responsabilità sono chiare. C’erano tutte le condizioni per andare avanti e approvare la legge. Ma il M5S ha scelto di cambiare idea”, tuona il padre dell’emendamento “canguro” al ddl sulle unioni civili, Andrea Marcucci, commentando il rinvio dell’esame del ddl. “Se siamo tranquilli? Dopo la presa di posizione degli M5S nessuno è tranquillo sulla sorte di questo provvedimento, neanche io”. Credo che nella tattica parlamentare, fidarsi degli M5s sia stato un errore”. Ma ad uscire sconfitta da questo delicato passaggio parlamentare è soprattutto Monica Cirinnà, l’esponente Pd che ha sempre difeso la linea del “tireremo dritto”, e ora dinanzi a un fallimento che è politico ma anche personale annuncia l’addio alla politica: “Lo so – dichiara – che ho sbagliato a fidarmi del Movimento 5 Stelle e pagherò per questo. Mi prendo la mia responsabilità politica di essermi fidata di loro. Concluderò la mia carriera politica con questo scivolone. Ne prendo atto”. Esultano le opposizioni, in particolare Forza Italia che – con Renato Brunetta – tira le somme: è la prima, vera e inesorabile sconfitta di Renzi.

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