Tra gli amici di Verdini c’è chi non ce la fa più: «Niente lezioni dagli eredi del Pci»

12 Feb 2016 10:59 - di Fulvio Carro

Vogliono i voti degli amici di Verdini per stare tranquilli in Parlamento ma nello stesso tempo li criminalizzano per salvare la faccia. Gli esponenti del Pd fanno il solito giochetto, per buttare fumo negli occhi degli elettori. Ma i verdiniani di Ala iniziano a stancarsi di prendere solo botte. Lo stato d’animo dei “democratici” è reso chiaro dalle parole del deputato Pd Davide Zoggia: «Persone – in carne e ossa come Verdini e i cuffariani sono un problema vero. Sono d’accordo con l’invito di Renzi a guardare al futuro, ma con queste persone si guarda al passato», ha detto senza mezzi termini.

La risposta dei deputati di Verdini

«Non so chi sia l’on. Zoggia e se svolge il ruolo di ventriloquo di qualcun altro, ma essendo egli un parlamentare, merita di essere adeguatamente informato sul mio conto atteso che mi definisce capo dei trasformisti coniando, così, l’ennesimo vituperio nei confronti dei parlamentari del gruppo Ala che con Denis Verdini sono oggetto di una lunga campagna diffamatoria», dice il senatore Vincenzo D’Anna, portavoce del gruppo Ala. «Per quello che mi riguarda – prosegue – non ho mai cambiato partito avendo sempre militato nel Pdl fino a quando questi ha avuto vita e proseguito, poi, l’attività politica tra le fila di Forza Italia per uscirne, infine (tra i primi a farlo in tempi non sospetti), allorquando non ne ho più condiviso linea e gestione politica. Quanto al merito della polemica che Zoggia intende rinfocolare – aggiunge D’Anna – posso solo consigliare a lui ed ai suoi dante causa di dotarsi di un pizzico di coraggio e di coerenza politica traendo le opportune e conseguenziali decisioni qualora non dovesse più sentirsi in sintonia all’interno del Pd. E’ infatti ben strano – conclude D’Anna – che coloro i quali sono passati dal Pci al Pds e poi dai Ds al Pd attribuiscano ad altri la patente di trasformisti».

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