Il “soccorso” di Verdini a Renzi fa infuriare la minoranza Dem
Acque sempre più agitate in casa Pd. Non è bastato il consiglio a Renzi del solito Napolitano (“Il premer non vada al Quirinale. I voti di Verdini sono stati aggiuntivi”) a raffreddare i dissensi dopo il varo della legge sulle unioni civili. Dalla minoranza dem arrivano bordate pesanti nei confronti del premier. “Non si può più stare zitti ed è il momento che si faccia una discussione vera sull’identità del Partito Democratico. L’identità del Partito Democratico si può decidere solo in un congresso anticipato”. Roberto Speranza non ci sta a far passare in cavalleria il sostegno “molto grave” del gruppo Ala del senatore Denis Verdini. “E’ chiaro che il voto di fiducia è un voto che costruisce il perimetro della maggioranza – sottolinea Speranza – Penso che sia un fatto molto grave e sia una scelta assolutamente sbagliata che non condivido e che tocca l’identità profonda del Partito Democratico. Il Pd è nato per esser cardine del centro-sinistra; giorno dopo giorno rischia di diventare altro. Questo per me non è accettabile”. “Rispetto al governo Letta l’appoggio di esponenti di centrodestra è diverso perché allora era indispensabile avere quei voti per far nascere un governo. Ora si tratta di un governo che già esiste. E’ indispensabile ricordare la dialettica dinamica parlamentare di quei giorni. Questa è una scelta politica che sta facendo altro. Si sta costruendo il disegno con residui del berlusconismo: penso questo sia sbagliato e credo che sia giusto che il nostro popolo e la nostra gente possano su questo discutere e valutare cosa ne pensano”, aggiunge ancora l’ex capogruppo alla Camera. “Il nostro popolo finisce per non capirci e, se continua così, ci troveremo con Verdini e company sempre più vicini ma il grosso del nostro popolo sempre più distante”, conclude l’ex capogruppo alla Camera il quale non si sbilancia sulla possibilità di candidarsi al congresso del partito.