Scuola, sul concorsone l’ira dei prof. No alle lezioni in inglese su Seneca e Hegel

6 Feb 2016 14:03 - di Adele Sirocchi

C’è qualche quesito in inglese di troppo nel concorsone del 2016 che dovrà selezionare 63.712 insegnanti da inserire già a settembre nella scuola italiana. In particolare – come riferisce il Corriere – il ministro Stefania Giannini pretende di inserire una domanda in inglese per iscritto e una orale con cui il candidato dovrà cimentarsi parlando di un argomento della propria materia, che sia filosofia o greco. Un punto sul quale già si discute moltissimo: obbligare il candidato, infatti, a spiegare un autore latino o un poeta italiano ricorrendo all’inglese è un controsenso che potrebbe premiare un docente bilingue anziché valutare le reali competenze. Ricapitolando: se insegni greco dovrai comunque parlare di Eschilo in inglese (oppure in spagnolo o tedesco o francese) e anche scriverne in inglese. E così per Seneca o per Hegel. Un particolare che non va giù ai docenti candidati. E già si affilano le armi per gli inevitabili ricorsi. Un malcontento che non frena il ministro Giannini, la quale si dichiara decisa ad andare avanti per la sua strada. Protestano anche i sindacati, sottolineando che la lingua straniera è requisito nuovo finora mai richiesto per diventare insegnante. Una vicenda da monitorare per comprendere fino a che punto il provincialismo tutto italiano sarà in grado di condizionare la formazione scolastica puntando sull’accessorio anziché sulla sostanza.

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