Sardegna, botte ai disabili: 14 indagati, anche un ex-consigliere regionale Udc
E’ la trama di un film dell’orrore quella raccontata ai carabinieri di Cagliari da un’ex-dipendente dell’Aias, l’Associazione italiana assistenza spastici Onlus, che, nell’ottobre del 2014, aveva denunciato uno scenario di maltrattamenti, violenze e percosse agli ospiti disabili, tutti adulti, della struttura privata, convenzionata con il Sistema Sanitario nazionale, che ha sede in via Giosuè Carducci 13, a Decomomannu, nel Cagliaritano.
Ora i militari dell’Arma – i carabinieri del Comando provinciale di Cagliari e gli specialisti del Nas – stanno notificando a 14 operatori dell’Aias le misure cautelari di sospensione dal pubblico servizio per sei mesi con le accuse di maltrattamenti, percosse, lesioni personali, omissione di referto nei confronti dei disabili affetti da gravi e croniche forme di disabilità psicofisica.
Le indagini, coordinate dal pm Liliana Ledda e avviate nel 2014 dopo l’esposto di una operatrice della Onlus che ha raccontato come i disabili venissero picchiati, oltraggiati e maltrattati, hanno messo sotto accusa anche il direttore amministrativo Vittorio Randazzo, 46 anni, ex-consigliere regionale dell’Udc già coinvolto nell’inchiesta sull’uso illecito dei fondi ai gruppi del Consiglio regionale della Sardegna. Randazzo , figlio dell’ex-democristiano Bruno Randazzo, fondatore proprio dell’Aias Sardegna, una vasta rete di centri di assistenza e riabilitazione per i disabili, è accusato, insieme con la responsabile della struttura Sandra Murgia, 58 anni, di omissione di atti d’ufficio e omissione di referto.
Gli altri indagati sono gli operatori sanitari Pierluigi Mei, di 48 anni, Maurizio Girina, di 49, Luigi Lobina, di 52, Eugenio Ena, di 34, Tiziana Meloni, di 49, Sonia Piroi, di 37, Vanessa Zanda, di 32, Carlo Pintus, di 52, Sabrina Carta, di 48, l’educatrice Elsa Giorgi, 64 anni e l’infermiere professionale Roberto Cannavera, di 54.
Dopo la segnalazione della dipendente – poi trasferita in altra sede è mai più richiamata al lavoro – sono scattati gli accertamenti. Sono state nascoste telecamere nei reparti, uomini e donne, psichiatrici. Proprio dalle riprese sono emersi i maltrattamenti, le ingiurie e le percosse. Ad aprile del 2015 è scattato un primo blitz condotto dal Nas di Cagliari e dagli uomini della sezione di polizia giudiziaria della Procura, coordinati dal colonnello Gavino Asquer, conclusi con la sospensione dal servizio di tre persone e con un verbale di contestazione in cui venivano segnalati problemi igienici sanitari, irregolarità nel modo in cui venivano trattati e lavati i pazienti. Alcuni di loro, con problemi di incontinenza, dormivano in materassini identici a quelli usati nelle palestre, perché sporcavano i materassi. Non solo, insulti e ingiurie nei confronti di diversi pazienti. Le indagini sono poi proseguite per alcuni mesi anche con intercettazioni telefoniche e nel registro degli indagati sono finiti gli altri 11 nomi. Oggi la notifica della sospensione del servizio dei 14 operatori, una misura meno afflittiva di quella richiesta inizialmente dalla Procura che aveva proposto al Gip gli arresti domiciliari per i 14 indagati.
Appena una settimana fa si era registrato un caso analogo a Grottaferrata, in provincia di Roma, con violenze su persone disabili ospitate in una clinica di riabilitazione.
«Mancano controlli e verifiche periodiche», tornano a dire le associazioni di Consumatori. Che chiedono di accertare «la qualità del servizio reso e il rispetto dei diritti dei pazienti».