Rampelli: «Salvini tentato da Marchini? Anche lui sceglie i poteri forti»

18 Feb 2016 17:40 - di Redazione
rampelli roma

«Salvini dimostra di aver perso la voglia di stare con il popolo e di disprezzare Roma». Così Fabio Rampelli, dopo che il leader della Lega ha parlato dei suoi dubbi sulla candidatura di Guido Bertolaso a sindaco della Capitale, aggiungendo di non aver mai detto a una candidatura di Alfio Marchini.

Rampelli: «Un grande biscotto per saziare i poteri forti»

Per il capogruppo di FdI alla Camera le possibilità, dopo queste dichiarazioni, sono solo due: «O Salvini vuole far dimenticare le complicate vicende lombarde con lo scalpo di Bertolaso oppure le traversie in cui ha trovato la Lega di Bossi lo costringono a essere indulgente con la grande finanza promotrice di altre candidature capitoline». «A Roma vecchi cerimonieri hanno costruito “il grande biscotto” che deve riempire la pancia dei poteri forti dopo Mafia capitale», ha aggiunto Rampelli, sottolineando che, qualunque ne sia la spiegazione, il dato certo è l’allontanamento del leader leghista dai cittadini e della Capitale.

L’appello a Berlusconi: «I tuoi la smettano di remare contro»

Ma Rampelli si è soffermato anche su Silvio Berlusconi, rispetto al quale «non abbiamo dubbi che voglia vincere nella Capitale». Ma allora, è il suggerimento, «dovrebbe chiedere a Tajani, Gasparri, alle sue donne e ai direttori di testate giornalistiche amiche di smettere di fare la campagna elettorale per candidati renziani avversari del centrodestra e di cominciare a farla per Bertolaso». «Ci fa infine piacere constatare l’amicizia di Francesco Storace con Alfio Marxini, di cui si è già dichiarato potenziale sostenitore in un secondo turno immaginifico, visto che con l’8% non si va al ballottaggio neanche a Paperopoli», ha proseguito Rampelli, aggiungendo che «era il tassello che mancava ai più, ma non a noi. È la dichiarazione di candidatura apparentemente ostile, ma totalmente funzionale ai grandi burattinai. Per noi una sola cosa è certa: la volontà di restare liberi e di scommettere sulla libertà dei romani».

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