Putin e Obama, disgelo al telefono: insieme contro l’Isis. Ma che ne sarà di Assad?

14 Feb 2016 12:04 - di Redazione

Una telefonata “distensiva” tra Vladimir  Putin e Barack Obama sembra scongiurare le tensioni delle ultime ore sulla Siria, in un’escalation da Guerra fredda. Il presidente russo e quello americano durante il colloquio hanno sottolineato la necessità di stabilire” stretti contatti di lavoro” tra il ministero della Difesa russo e il dipartimento della Difesa statunitense per combattere l’Isis. La notizia è stata resa noto dal Cremlino, secondo quanto riporta l’agenzia Interfax.

Putin e Obama al telefono

Putin e Obama hanno concordato di intensificare la cooperazione tra le rispettive agenzie ed altre strutture per rafforzare la dichiarazione di cessate il fuoco del Gruppo Internazionale di Supporto sulla Siria. I due capi di Stato hanno detto di augurarsi che le autorità di Kiev adottino misure pratiche per tener fede ai propri obblighi in tempi rapidi. La telefonata, dunque, è stata incentrata sulla necessità del dialogo e di una distensione. E soprattutto sulla comune lotta allo Stato islamico. Il leader del Cremlino ha parlato della necessità di un comune fronte antiterrorismo. Da entrambi i presidenti – si legge nel comunicato – è arrivata una valutazione positiva del dialogo in corso a Monaco.

Guerra fredda “scongiurata”?

Un cambio di registro rispetto ai toni durissimi di sabato, quando il premier di Mosca – Dmitri Medvedev – aveva evocato la guerra fredda mentre il segretario di Stato americano John Kerry aveva minacciato: “Bashar Assad deve rispettare gli impegni presi o ci saranno truppe di terra aggiuntive”. In un’intervista a Orient Tv, infatti,  Kerry aveva ribadito la necessità che Assad lasci il potere. “Sì – ha detto –  esiste la possibilità di truppe aggiuntive sul terreno che combattano contro Isis, poiché Assad non lo sta facendo. Se non rispetterà gli impegni presi con la comunità internazionale e l’Iran e la Russia non lo obbligheranno a fare quanto hanno promesso, la stessa comunità internazionale non starà certamente ferma a guardare come degli scemi e aumenterà la pressione su loro”. Insomma Stati Uniti, Turchia e Arabia Saudita si erano detti pronti a un intervento militare di terra in Siria. Un chiaro avvertimento a Putin, che sostiene il presidente siriano, una prova di forza, per ora superata, che potrebbe  portare a conseguenze imprevedibili in tutto il Medio Oriente.

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