Primarie a sinistra: la ragazza autistica in campo? “Operazione ridicola”
Tra i sei candidati del centrosinistra alle primarie di Roma c’è anche Chiara Ferraro, una ragazza autistica. Una candidatura simbolica, per fare sentire meno trascurati i malati della sua stessa sindrome, per accendere “un faro sulla riforma dei servizi”, come ha detto il padre della ragazza e che ha ricevuto l’ok dei dirigenti del Pd al tavolo delle primarie anche se la candidata (che si era presentata con Ignazio Marino nel 2013) non aveva raccolto il numero di firme necessario. E oggi Gianluca Nicoletti, giornalista padre di un ragazzo autistico cui ha dedicato il libro Alla fine qualcosa ci inventeremo, boccia l’idea come “provocazione inutile”. Nicoletti aveva già scritto sul suo giornale, la Stampa, un articolo bollando l’idea come escamotrage propagandistico. E, intervistato da Repubblica, rincara la dose e non usa mezzi termini: “Operazione totalmente ridicola, si tratta di un format già visto, di una trasmissione già data con Ignazio Marino quando Chiara era stata presentata come consigliera. Che senso ha candidare alle elezioni una persona che non ti può rappresentare? Che non può parlare, che non capsice cosa sta succedendo? Se si fosse presentato il padre di Chiara l’avrei capito, magari l’avrei votato. Ma così mi ricorda di quando i preti, in altri tempi, portavano gli orfanelli in giro per strada e poi li rinchiudevano di nuovo”. E, ancora, Nicoletti punta l’indice contro una classe politica incapace di risolvere i problemi dei disabili ma pronta a sfruttarli facendo leva sulla commozione collettiva: “Non si può usare l’handicap per dire ‘siamo tutti buoni’, ci si deve occupare veramente dei bambini con problemi. Dicono che è il sogno di Chiara? Ma può essere il sogno di Chiara? Lei non sa niente di tutto questo, non capisce… tutto questo è imbarazzante e io mi sento male a dover dire queste cose”.