Addio a Piero Buscaroli, con fierezza dalla parte dei “vinti” di Salò

16 Feb 2016 14:26 - di Augusta Cesari

Orgogliosamente “dalla parte di vinti”, fino alla fine. Aveva compiuto ottantacinque anni il 21 agosto scorso, Piero Buscaroli, scomparso ieri a Bologna, figura assolutamente originale di intellettuale, insostituibile intelligenza “scomoda” nel panorama della cultura italiana. Musicologo di rara dottrina, amante della storia dell’arte, giornalista, direttore del Roma, polemista virulento. Il titolo di uno dei suoi ultimi, commoventi, libri parla chiaro, Buscaroli non depose mai le armi:  “Dalla parte dei vinti. Memorie e verità del mio Novecento” può leggersi come «un atto d’amore al “suo” fascismo, sempre rivendicato”», ricorda Antonio Mazzone, parlamentare del Msi,  e poi europarlmentare, che ebbe modo di frequentarlo dai tempi della direzione del “Roma” di Napoli, che Buscaroli diresse dal ’72 al ’75. Un libro sincero, caparbio, fra storia e memoria, musica e letteratura, un raffinato Zibaldone, come lo definì qualcuno, ma anche «una dichiarazione di guerra», come si scrisse allora. Sì, perchè lui stesso comparendo in tv nel 2005  accanto a Giuliano Ferrara nel sessantennio del 25 aprile, rispondeva così alle solite domande sul “suo” fascismo”:  «Non mi considero un “reduce”, un “orfano di Salò”, sono un superstite della Repubblica Sociale Italiana in territorio nemico». Chiaro, no?

Nel novembre dello stesso anno Buscaroli ricevette una segnalazione per il conferimento di un’onorificenza dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, che rifiutò. Scrisse queste parole alla direttrice dell’Ufficio Onorificenze e Araldica: «Io non desidero e non voglio alcuna onorificenza da questa repubblica. Mi parrebbe uno scherzo di cattiva specie. Fermi la macchina, La prego e non se n’abbia a male. Detesto questa repubblica. Grazie». Nel 2013 aveva pubblicato Una nazione in coma, (Minerva Edizioni) Bologna, da considerare la seconda parte di “Dalla parte dei vinti”. «È stato uno degli intellettuali di punta del Msi degli anni ’50 insieme ad Enzo Erra, Fausto Gianfranceschi, Fausto Belfiori, Beppe Niccolai, Pino Rauti», racconta Antonio Mazzone, che ama ricordare l’attività giornalistica di Buscaroli, che si colloca nell’alveo della grande tradizione del Borghese di Longanesi. «È ricordato come uno dei tre direttori del “Roma” di Napoli più amati, insieme a Giovannini e a Signoretti», racconta Mazzone. Fu chiamato a dirigerlo da Achille Lauro. Assunse firme di punta come Emidio Novi e invitò a collaborare due meridionalisti di punta, provenientei dalla cultura non conformista, come  Gabriele Fergola e Silvio Vitali. Fu un grande direttore». «Ricordo un’immagine, in particolare, di Buscaroli, allorquando accompagnò Ezra Pound a Ravenna: quando entrammo all’interno di un palazzo costruito durante il fascismo, di fronte a un’effige di Mussolini, Ezra Poun la accarezzò dolcemente. Buscaroli e noi tutti ci commuovemmo». 

Altro libro memorabile di Buscaroli è Paesaggio con rovine del 1988. «Pierino, sei diventato anche veggente?» , gli dissi, un anno dopo, racconta ancora Mazzone. «In quelle pagine c’era infatti la previsione lucida del crollo del Muro di Berlino e della fine del comunismo che si sarebbero avviati di lì a breve. Figure e Figuri è un imperdibile ritratto di personaggi del secolo scorso, brilla per quella cattiveria fredda con la quale Buscaroli disegnava il percorso di alcuni “grandi”: spettacolare il ritratto in punta di veleno del capo storico del Pci Palmiro Togliatti definito “Iena domestica”. Imprescindibili molti suoi suoi libri sulla storia della musica, alcuni dei quali memorabili: La stanza della musica (1976), ma soprattutto Bach (1985), che resta una pietra miliare della musicologia, La morte di Mozart (1996) ma soprattutto un monumentale Beethoven edito da Rizzoli nel 2004. Libri che si distinguono per profondità e  ampiezza di visione unite a una cultura generale eccezionale: nelle pagine scorre un sapere profondo, una conoscenza del mondo classico, una preparazione specialistica sull’arte figurativa e l’iconologia che pochi possono vantare. L’ultimo saluto a Piero Buscaroli avrà luogo venerdì mattina alle 9, nell’abitazione di Strada Maggiore.

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