“Piante di marijuana troppo piccole”. Assolta la radicale Bernardini

22 Feb 2016 14:48 - di Redazione

Archiviata l’inchiesta che vedeva Rita Bernardini indagata per produzione di sostanze stupefacenti. Secondo il gip di Roma Stefano Meschini, che ha accolto la richiesta di archiviazione avanzata dalla procura, le 56 piantine di marijuana che la segretaria dei Radicali italiani coltivava sul suo terrazzo erano «troppo piccole e tenute in condizioni climatiche sfavorevoli per produrre quantità di principio attivo tale da superare la soglia dell’offensività».

Bernardini e la piccola piantagione di marijuana sul terrazzo

La piccola piantagione di marijuana fu sequestrata nel maggio scorso dalla polizia e la Bernardini fu poi iscritta nel registro degli indagati. L’esponente radicale aveva pubblicato sui social network una sorta di diario dell’andamento della crescita delle piantine. Un gesto per aprire un dibattito sulla legalizzazione. Pochi giorni dopo il sequestro la procura chiese l’archiviazione rilevando che «gli arbusti rinvenuti nell’abitazione dell’indagata, seppure in numero di 56, sono di piccole dimensioni (40 di circa 30 centimetri di altezza e 16 di circa 12 centimentri), piantati in modeste quantità di terriccio contenuto in buste di stoffa e custoditi in un terrazzo con esposizione a condizioni climatiche sfavorevoli». «In assenza di accorgimenti mirati e di specifiche modalità di coltivazione – ha spiegato il pm – le piantine non avrebbero potuto mantenersi e crescere fino a produrre quantità di principio attivo tale da superare la soglia dell’offensività. Tanto che dalle numerose piante sequestrate è stato rilevato un esiguo quantitativo di principio attivo, pari a soli 0,468 grammi». Tesi che è stata accolta dal gip Meschini con l’archiviazione.

Bernardini: l’archiviazione è uno schiaffo per chi è arrestato

Ma per la Berdardini «l’archiviazione della procura di Roma è uno schiaffo in faccia a tutti coloro che quotidianamente vengono fermati o arrestati per la coltivazione di marijuana a uso personale». Forse perché, ha detto la Bernardini, «sono stata segretario dei Radicali, forse perché sono un ex deputata, hanno preferito nascondere la polvere sotto il tappeto».  «Per altre coltivazioni, fatte sempre sul mio terrazzo, ma in misura molto ridotta rispetto alle 56 piantine che mi erano state trovate sono processata a Siena – ha spiegato – Che assurdità, a Roma archiviano e a Siena processano. Avevo ceduto marijuana al congresso dei Radicali italiani nel 2014 a dei malati».

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