Onfray “ripensa” l’Islam: è guerrafondaio e contro le donne

4 Feb 2016 12:50 - di Adele Sirocchi

S’intitola Pensare l’Islam il libro del filosofo francese Michel Onfray che esce oggi in Italia (in edicola con il Corriere e in libreria per Ponte alle Grazie) e che è stato annunciato come l’ennesimo pugno nello stomaco all’Occidente decaduto dopo il discusso romanzo di Houellebecq Sottomissione. Un’uscita accompagnata da molte polemiche anche per la decisione dell’autore di non pubblicare il suo libro in Francia, paese dove ormai a suo giudizio non è più possibile un dibattito sereno sull’argomento, trattato sotto la tirannia del politicamente corretto. Invece Onfray non è per niente tenero verso la religione di Maometto, accusandola – citando testi del Corano – di essere tutt’altro che pacifica e di istigare all’odio verso le donne. Il contrario, insomma, della religione della pace e dell’amore descritta dalla “gauche” cui Onfray rimprovera prese di posizione ipocrite. Era bastato, in Francia, l’annuncio dell’editore su un libro con tesi del genere per scatenare una vera e propria inquisizione contro Michel Onfray. Di qui la scelta di pubblicarlo prima all’estero e solo a marzo in Francia dove – assicura polemicamente l’autore – “deporre peluche ai piedi della statua in Place de la Republique è la sola manifestazione di intelligenza autorizzata dal potere di Stato sostenuto dal potere mediatico”.

Onfray suscitò aspre critiche anche per il suo commento agli attentati del 13 novembre a Parigi: “Destra e sinistra che hanno seminato la guerra a livello internazionale contro l’Islam politico raccolgono a livello nazionale la guerra dell’Islam politico”, disse. Le reazioni scatenate in quell’occasione lo indussero a chiudere il suo account Twitter. Una tesi che si ritrova nel libro Pensare l’Islam e che viene ribadita in un’intervista al Corriere: “A partire dalla prima Guerra del Golfo l’Occidente ha ucciso quattro milioni di musulmani e il Corano invita alla guerra contro gli infedeli. Questa miscela esplosiva produce la situazione nella quale ci troviamo. Ricordo che all’epoca in cui gli Stati Uniti lavoravano con Bin Laden contro i sovietici in Afghanistan il terrorismo islamico non era di attualità sul pianeta”. In pratica l’Islam politico “è una bomba con la quale l’Occidente gioca da sempre”. E, oggi, quello stesso Islam intravede la possibilità di dominare sulla vecchia e “sfinita” civiltà giudaico-cristiana che “si compiace nel nichilismo e nella distruzione, non crea più niente e vive solo di risentimento e rancore”. Tesi vicine a quelle della destra lepenista? Tesi semplicemente controcorrente, visto che Onfray si definisce uno che “è rimasto di sinistra e anti-liberista”.

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