L’ultima follia di Renzi è su Sanremo: ora crede di essere uno degli Stadio

15 Feb 2016 12:29 - di Girolamo Fragalà

Ci sarebbe da scommetterci parecchi soldini sul fatto che Renzi non abbia visto il Festival di Sanremo. O che lo abbia visto sì e no per quattro o cinque minuti. Non un secondo in più, a meno che non sia stato colto da improvvisa infatuazione e Amen, come canta Francesco Gabbani, sia rimasto incollato al video mentre i suoi collaboratori mettevano mano all’ennesima beffa. Ma il premier proveniente dalla Ruota della Fortuna sa bene che tutto fa spettacolo. E se Sanremo ha collezionato record di ascolti e oltre dieci milioni di spettatori, sarebbe da stupidi non metterci le mani sopra e magari prendersene il merito. Fra lui e il Festival, dunque, nessun grado di separazione, per dirla alla Francesca Michielin, la seconda classificata. E poco importa se Renzi non sappia nemmeno chi sia, la Michielin. «Forse non gli faccio un favore», dice quindi il premier, fingendosi modesto, «Ma posso dire che Carlo Conti è stato come sempre impeccabile nel gestire Sanremo?». C’è quasi un sottinteso, l’ennesima finzione, come se la scelta di Carlo Conti fosse stata fatta dal Matteo ridens. Sì, perché lui e il suo governo credono di essere tutto, alla Noi siamo infinito di Alessio Bernabei.

 La sceneggiata di Renzi su Sanremo

Un’altra strategia è saltare sul carro del vincitore. «Posso dire che è bello veder vincere gli Stadio?», scrive ancora Renzi nella sua Enews. Facile, troppo facile, piuttosto avrebbe dovuto commentare il testo della canzone, quel profondo dialogo fra padre e figlia ben lontano dall’ondata strumentale delle coppie gay. Ma Renzi aggiunge: «Posso dire che Virginia Raffaele è un talento impressionante?». Qui ci sarebbe da discutere, anche perché verrebbe da chiedergli – tanto per citare ancora gli Stadio –  un giorno mi dirai se sei stato tu a bloccare l’imitazione della Boschi che la stessa Virginia aveva promesso.  Anche perché – come recita il brano vincitore – un uomo può anche sbagliare e con quel veto lo sbaglio c’è stato. Alla fine Renzi scrive: «Voglio semplicemente dire grazie alla Rai. Se poi aggiungo che quest’anno l’azienda di stato ha anche guadagnato a livello economico (non sempre, diciamo così, avveniva in passato), possiamo mettere in archivio questa edizione ringraziando il servizio pubblico». Furto di meriti, dunque. Non una parola, però, sulla vergognosa sceneggiata dei nastri arcobaleno e della propaganda a favore delle adozioni gay che c’è stata per tutta la durata del Festival di Sanremo. Sarebbe poi stato interessante sapere il giudizio di Renzi su quella coraggiosa pattuglia di cantanti che non ha portato l’arcobaleno sul palco. Lui che dice di aver seguito il Festival dovrebbe anche sapere quei cantanti chi sono. Ma di sicuro gli verrà un vuoto mentale per non parlarne. Che cosa ricorda di loro? Niente. Zero Assoluto.

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