L’outing di Emiliano: Renzi non mi parla. Ora basta, pretendo rispetto

11 Feb 2016 18:21 - di Redazione

«Non faccio la guerra a Renzi, ma esigo rispetto». Michele Emiliano, mite governatore della Puglia conferma il suo giudizio tranchant sul presidente del Consiglio. Con l’ex rottamatore non si può parlare, rifiuta il dissenso ma anche il confronto. Globettrotter in giro per il mondo, Renzi non sopporta le beghe domestiche. E così preferisce ignorarle.

Emiliano sfida Renzi

In una lunga intervista a L’Espresso Emiliano (convinto a scendere in politica dall’amico Gennaro Nunziante, l’autore di Checco Zalone) rivendica lo schema “ulivista” e non smentisce l’ipotesi di poter sfidare Renzi al prossimo congresso del Pd anche se dice di non essere pronto a fare il premier. In verità – racconta – è stato proprio il premier «a mettere in giro questa idea.  Qualche mese fa, a Porta a Porta, alla domanda su quali potessero essere i suoi avversari, fece il mio nome. Ero davanti alla tv e mi girai esterrefatto verso le persone nella stanza».

Il premier non sa rispettare

Renzi nel suo delirio di onnipotenza, insomma, si sceglie anche il nemico. «Lo ha fatto perché è intelligente e sa che, senza un nemico vero», dice con un certo orgoglio Emiliano, «per ora ha solo tanti piccoli nemici, un numero che potrebbe ridurre con facilità se solo fosse più prudente. Io non sono neanche nella condizione di pensarci. Sono stato eletto da pochi mesi governatore della Puglia e intendo mantenere l’impegno per tutto il mandato. E poi no, non sono pronto. La responsabilità di guidare il Paese prevede un addestramento lunghissimo nelle istituzioni ed io non l’ho ancora fatto».

Renzi non ascolta

Ma il peggior difetto del premier appena quarantenne è quello di non ascoltare. «Vorrei  interloquire con il premier – dice Emiliano – l’ho sostenuto alle primarie  ma non riesco più a parlargli di persona. E accade persino che le riunioni tra governo e Regioni per trovare una soluzione al problema delle trivelle nell’Adriatico siano state fatte in segreto, per tenere fuori proprio me. Ho fatto finta di nulla ed è la prima volta che lo dico. Ma esigo rispetto». Ferri corti tra i due? Guai a parlare di guerra, certo, ma qualche problemino è innegabile. «Ci divide un concezione diversa della politica. Il mio resta uno schema ulivista, che vuole attirare dal centro senza perdere a sinistra».

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