Iran, risultato a sorpresa: vincono i riformisti, giù i conservatori
L’ex presidente Rafsajani e l’attuale presidente Rohani, entrambi dello schieramento riformista-moderato, guidano la lista dei 16 eletti all’Assemblea degli Esperti nel collegio elettorale di Teheran, secondo dati definitivi annunciati dal ministero degli Interni e citati da Press Tv. I primi posti conquistati sulla base del voto sono tutti occupati da riformisti e moderati. L’Assemblea degli Esperti, 88 membri in carica per 8 anni, sarà chiamata a scegliere al suo interno il successore della Guida Suprema qualora Khamenei muoia o si dimetta. Solo al decimo posto si affaccia Ahmad Janati, presidente del Consiglio dei Guardiani, l’organismo che controlla il Parlamento e il voto, e al dodicesimo posto si piazza Mohammad Taqi Mesbah Yazdi, conosciuto come “il religioso per cui non conta nulla quello che pensa il popolo”. Si tratterebbe, secondo queste cifre ancora provvisorie, di una notevole affermazione della lista moderata-riformista pro-Rohani, considerato che la maggior parte dei candidati sono stati bocciati dalla pre-selezione elettorale del Consiglio degli Esperti, l’organismo nominato dalla Guida Suprema. Intanto si apprende che sono oltre 33 milioni, ovvero il 60% su 55 milioni di elettori potenziali, coloro che che hanno votato nelle elezioni per il nuovo Parlamento iraniano e la nuova Assemblea degli Esperti, organismo giuridico-religioso che nomirà la prossima Guida Suprema. Lo riferiscono fonti del ministero degli Interni precisando che il conteggio non è comunque ancora terminato. È iniziato anche lo spoglio nei primi seggi e, sulla base di dati assolutamente parziali, risulta che a Teheran ci sarebbe una buona affermazione dei riformisti nell’Assemblea degli Esperti, da cui emergerà il successore di Khamanei. L’ayatollah Rafsajani e il presidente moderato Rohani si contendono il primo posto nelle preferenze per l’organismo composto solo da religiosi. Il portavoce del ministero degli Interni, Hossein Ali Amiri, ha spiegato ai giornalisti che il conteggio dei voti è terminato in 40 mila dei 52 mila seggi elettorali sparsi in tutto il Paese.
Iran, gli iraniani non sono andati in massa alle urne
I candidati in corsa per i 290 seggi del Majlis sono 4844, di cui quasi 500 donne, mentre quelli in lizza per gli 88 posti dell’Assemblea degli esperti sono 161, di cui nessuna donna, benché vi fossero 19 aspiranti. In realtà ad aver fatto domanda per partecipare alla sfida elettorale erano stati in 12 mila per il Majilis e quasi 300 per l’Assemblea degli Esperti. Ma i candidati, specie quelli riformisti, sono stati decimati dal Consiglio dei Guardiani, l’organismo nominato dalla Guida Suprema, che sovrintende al Parlamento e all’attività elettorale, e che dovrà confermare anche i nomi dei vincitori di questa tornata elettorale. Quello di venerdì è stato il primo voto dopo l’accordo sul nucleare iraniano e la fine dell’embargo e rappresenta un test sulla politica riformista e di apertura al mondo seguita finora dal presidente Hassan Rohani. La cosiddetta “lista della speranza”, alleanza di riformisti-moderati filo-Rohani, spera di scalzare l’attuale maggioranza fondamentalista almeno nel Parlamento. In particolare a Teheran ha votato il 30% in più di elettori rispetto alle elezioni parlamentari del 2012. Lo ha riferito il capo della commissione della provincia della capitale iraniana, Shahabeddin Chavoshi. Per quanto riguarda Teheran, ha aggiunto citato dall’agenzia Irna, lo scrutinio per l’Assemblea degli Esperti, l’organismo di 88 religiosi incaricato di nominare la Guida Suprema alla morte di Khamanei, dovrebbe essere terminato in poche ore, mentre per avere i risultati definitivi della capitale nel nuovo Parlamento (di 290 seggi) saranno necessari tre giorni. Nella provincia di Teheran sono oltre 8 milioni gli elettori.