I raid russi anti-Isis funzionano. «Riconquistati in Siria 800 km» (VIDEO)

16 Feb 2016 19:55 - di Carlo Marini

Sostenute dai massicci bombardamenti russi, le truppe della Siria continuano ad avanzare nel nord del Paese, dove hanno riconquistato 800 chilometri quadrati di territorio e 73 centri abitati prima in mano all’Isis solo dall’inizio di febbraio. L’esercito governativo – appoggiato tra l’altro dalle forze sciite libanesi di Hezbollah e miliziani provenienti dall’Iraq – avanza sul terreno in tutto il nord. Solo nelle ultime ore hanno riconquistato una collina a meno di cinque chilometri dal confine turco nella regione nord-occidentale di Latakia e sono ora in grado di puntare i pezzi di artiglieria contro il sud della Turchia. Mentre a est di Aleppo hanno ripreso il controllo di una centrale elettrica da lungo tempo in mano all’Isis. Intanto riportano successi sul terreno anche i miliziani curdi dell’Ypg, alleati di fatto delle forze governative in questa offensiva, nonostante il quarto giorno consecutivo di bombardamenti da parte dell’artiglieria turca. Gruppi di insorti si sono arresi ai loro rivali curdi nella località strategica di Marea, a nord di Aleppo e solo a sei chilometri dal confine turco.

Per la Turchia contro l’Isis “serve un’operazione di terra”

La Turchia, grande nemica del presidente siriano Bashar al Assad, risponde affermando che solo “un’operazione di terra” può “risolvere la crisi siriana”. Ma Ankara non intende intervenire da sola, chiedendo che sia la Coalizione internazionale a guida Usa a deciderlo. Intanto continuano le polemiche sugli attacchi aerei o missilistici su scuole e ospedali che lunedì hanno provocato circa 50 morti, tra cui diversi bambini. Si potrebbe trattare di “crimini di guerra”, ma solo se fosse provato che sono stati atti intenzionali, e questo “non è ancora chiaro”, ha sottolineato il portavoce dell’Alto commissariato per i diritti umani dell’Onu, Rupert Colville. Di crimine di guerra parlano anche Parigi, per bocca del ministro degli Esteri Jean-Marc Ayrault, e Londra, con il capo del Foreign Office Philip Hammond, con quest’ultimo che si dice “sconcertato” dal fatto che “il regime di Assad e i suoi sostenitori russi continuino a bombardare civili innocenti” nonostante l’accordo per un cessate il fuoco. Secondo gli attivisti dell’opposizione, i colpevoli sono l’aviazione siriana e quella russa. “Respingiamo nettamente queste accuse”, ha risposto però il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, definendole “affermazioni infondate”. In questa complicata situazione, l’inviato dell’Onu Staffan de Mistura è tornato a chiedere “un accesso senza ostacoli” per gli aiuti umanitari “in tutte le aree, non solo quelle sotto il controllo governativo ma anche dei ribelli e dell’Isis”.

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