La “giungla” dei ticket sanitari: ecco da Nord a Sud tutte le differenze

23 Feb 2016 18:52 - di Redazione

Quella dei ticket sanitari è una vera ‘giungla’. Ingarbugliata e inestricabile. La geografia dei ticket sanitari in Italia, ovvero la compartecipazione dei cittadini alla spesa per farmaci e visite, rappresenta questo: una vera e propria ‘giungla’, con notevoli differenze tra le varie regioni. A scattarne l’istantanea è il Rapporto 2015 dell’Osservatorio civico sul federalismo in sanità, curato dal Tribunale per i diritti del malato (Tdm). Tante infatti, denuncia il Tdm, le difformità regionali: considerando ad esempio 16 prestazioni, i ticket sanitari più bassi nel pubblico si registrano prevalentemente nel Nord Est (per 10 su 16 prestazioni), quelli più elevati nel Sud (per la metà delle prestazioni). Inoltre, il livello di compartecipazione dei cittadini ai ticket fra 2013 e 2014 è diminuito solo nella Provincia autonoma di Trento (-5,6%), in Sicilia (-2,2%), Piemonte (-2%) e Liguria (0,8%). In Valle d’Aosta si registra invece un +11,9%. L’importo del ticket varia poi di regione in regione sia sulla farmaceutica sia sulle prestazioni specialistiche ambulatoriali: nel 2014, però, si è registrato un +4,5% dei ticket sui farmaci e un -2,2% sulla specialistica. Conti alla mano, rileva il Tdm, ogni anno i cittadini pagano per i ticket sanitari in media oltre 50 euro come quota di compartecipazione in tutte le Regioni del Nord e del Centro – ad eccezione di Piemonte, Marche e PA Trento – con punte vicino ai 60 euro in Veneto e Valle D’Aosta, e in media 42 euro al Sud. Ulteriore ‘giungla’ è rappresentata dalle esenzioni: in alcune Regioni sono esenti tutti i disoccupati, i lavoratori in cassa integrazione o in mobilità o con contratto di solidarietà (come Lombardia, Emilia Romagna e Toscana); in altre Regioni sono esenti dalla partecipazione al costo i figli a carico dal terzo in poi (PA Trento); in altre ancora sono esenti gli infortunati sul lavoro per il periodo dell’infortunio o affetti da malattie professionali (come Liguria, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Basilicata), i danneggiati da vaccinazione obbligatoria, trasfusioni, somministrazione di emoderivati, le vittime del terrorismo e della criminalità organizzata e familiari, i residenti in zone terremotate. Quanto alla farmaceutica, nelle regioni settentrionali i ticket sanitari sui farmaci va da un minimo di 2 ad un massimo di 4 euro. Emilia Romagna, Toscana ed Umbria sono le uniche tre regioni che prevedono ticket sulla farmaceutica diversi a seconda delle fasce di reddito, da 0 per le fasce più basse ad 8 euro per le fasce più alte.

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