Foibe, c’è una frase del Duce sulla slide del Comune. E scoppia la bufera

11 Feb 2016 13:29 - di Alberto Fraglia

“La guerra è una lezione della storia che gli uomini non hanno ancora imparato ed è per questo importante che nuove testimonianze non ne cancellino nei loro cuori e nelle loro menti la memoria e lo sgomento”. Bella, questa frase. Significativa. Solenne. Tanto significativa e solenne che deve aver colpito il cuore e la mente degli amministratori di centrosinistra di Quartu, città di 70mila abitanti alle porte di Cagliari. Nell’aula consiliare si parla delle Foibe. Relatrice è Felicina Pontis e nella slide finale compare questa frase. Chi l’ha scritta? Pochi lo sanno. Forse tra gli amministratori di sinistra nessuno sa che è di Benito Mussolini. Sì, proprio Lui, il Duce. Il tempo che le immagini del Consiglio finiscano sul web, ed ecco alzarsi la bufera. Insulti, prese in giro. Ma come? Una frase di Benito che condanna la guerra? Incredibile. Oltraggioso. Insultante. Sui social si scatena il putiferio. Arriva pure l’accusa di apologia di fascismo. Ci manca poco che qualcuno evochi la legge Scelba e chieda l’arresto immediato di chi ha osato tanto. E siccome al ridicolo non c’è mai fine, ecco che qualcuno, nella amministrazione di sinistra, corre ai ripari (si fa per dire). Dal silenzio si passa al balbettio. La frase incriminata? La firma non c’entra. “Sarebbe interessante capire il parere di queste persone sul fatto che la guerra sia una lezione della storia che gli uomini non hanno imparato”, rispondono dal Comune. Poi, per lavarsi la coscienza ecco la scusa delle scuse: la relatrice, Felicina Pontis, è figlia di una donna che ebbe rapporti con la comunità ebraica e fu internata in un campo di concentramento. Come si può pensare che una persona che, oltretutto, è responsabile per la didattica dell’associazione e memoriale sardo della Shoah, possa “farsi promotrice delle teorie e degli ideali del Mussolini nazionalfascista”? Oddio!, quanto può far paura una firma per la sinistra ! Ignoranti perché non sanno, non conoscono. Ma anche pavidi e ridicoli. In fondo, anche a Quartu era appena finito il Carnevale.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *