Fioroni non ci sta: “Io le adozioni gay non le voto. Il figlio non si compra”
Nessuna mediazione sulla stepchild adoption. A Palazzo Madama, i dem sembrano aver chiuso la porta in faccia ad Angelino Alfano. Giunto alla quarta versione, il ddl Cirinnà è già, secondo la sua relatrice, «una sintesi moderata». Nonostante mesi di elucubrazioni, punteggiate dalle autorevoli perplessità di presidenti emeriti della Corte costituzionale come De Siervo, Flick e Mirabelli, il testo ripropone al Senato, ancora insoluti, i nodi gordiani della stepchild adoption e dell’utero in affitto. «Un crimine contro l’umanità che non può essere consentito», tuona Giuseppe Fioroni.
Sul Family day Fioroni ricorda la partecipazione di molti Pd: «Sarebbe un errore non ascoltarli»
«Scritta la legge, si è trovato l’inganno», attacca il deputato del Pd. Che vede nell’introduzione della stepchild «una mossa furbetta all’italiana». Onorevole, oltre a lei al Family Day c’erano esponenti del Pd e del governo, ma anche moltissimi elettori e iscritti al partito. Possibile che il Na2areno abbia del tutto ignorato l’appello lanciato dai cattolici al Circo Massimo? «Rispetto al Family Day al quale presi parte nel 2007, ho trovato al Circo Massimo una piazza serena ma ferma nel difendere le cose in cui crede: la famiglia e i figli. Tentare di mettere il cappello politico su un popolo libero e assai più autonomo di quello confluito in piazza nove anni fa, sarebbe da stolti. A giudicare dalla reazione del Pd, un rischio inesistente.
“Pd deve ascoltare la piazza del family day”: dice Fioroni
«Se il mio partito intende rappresentare la complessità della società italiana, deve ascoltare anche le ragioni di quella piazza. Se così non fosse, il Pd commetterebbe un grave errore politico: si consentirebbe agli sciocchi di dipingere il popolo del Family Day come un popolo che non può sentirsi a casa propria nel Partito democratico». Il senatore Marcucci e altri renziani si sono detti però indisponibili a fare un passo indietro sulla Cirinnà. Che ne pensa? «Lo ribadisco con uno slogan: la famiglia è una, i diritti sono per tutti. In questi mesi si è ben lavorato per sancire una netta separazione fra il matrimonio che fa capo all’articolo 29 della Costituzione, e le unioni civili che trovano invece rispondenza nell’articolo 2 della nostra Carta». Rimane il fatto che su stepchild adoption e utero in affitto non è cambiato nulla. «All’interno di questo provvedimento che doveva normare i diritti dei conviventi, ha fatto ingresso in modo discutibile quella stepchild adoption che ha aperto il dibattito sulle adozioni delle coppie omosessuali. È una possibilità che mi vede fortemente contrario. Il figlio è un dono: averlo a qualunque costo si trasfonna in un atto di egoismo, che fa del bimbo una sorta di proprietà che va acquisita». Di più. Molti denunciano che il bimbo potrebbe diventare un bene acquistabile su prenotazione all’estero. Magari pagabile in comode rate, si legge su “Il Mattino”