Alla faccia dell’ottimismo di Renzi, gli italiani “tagliano” perfino il pane
Con il crollo del 3% degli acquisti nel 2015, i consumi di pane degli italiani si sono praticamente dimezzati negli ultimi 10 anni ed hanno raggiunto il minimo storico. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti che parla di “record negativo con appena 85 grammi a testa al giorno per persona”. Con il taglio dei consumi – sottolinea Coldiretti – si è verificata una svolta anche nelle abitudini a tavola. Sale l’interesse per il pane biologico e con l’aumento dei disturbi dell’alimentazione sono nati nuovi prodotti senza glutine e a base di cereali alternativi al frumento (kamut, farro). Sempre più apprezzate sono le varianti salutistiche e ad alto valore nutrizionale (a lunga lievitazione, senza grassi, con poco sale, integrale, a km 0, come il pane realizzato direttamente dai produttori agricoli anche con varietà di grano locali spesso di varietà salvate dall’estinzione). Anche se il consumo è in costante calo, continua ad essere preferito il pane artigianale che rappresenta l’88% del mercato ma la pezzatura diventa più piccola e scende del 50% nei dieci anni, da 1,5 chili ad un solo chilo. A crescere sono invece i prodotti sostitutivi del pane (grissini, crackers, pani morbidi). Con il calo degli acquisti – conclude Coldiretti – sono a rischio anche i pani della tradizione popolare italiana, tra i quali cinque sono stati addirittura riconosciuti dall’Unione europea: la Coppia ferrarese, la pagnotta del Dittaino, il pane casareccio di Genzano, il pane di Altamura e il pane di Matera.