Bertolaso: «Rispetto gli avversari, ma io ho le competenze giuste per Roma»
«Le priorità di Roma sono quelle sotto gli occhi di tutti: sicurezza, viabilità, pulizia, decoro, accoglienza e edilizia per persone meno abbienti. Il problema è avere un piano realistico per affrontare questi problemi e per cambiare presto la situazione di degrado in cui versa Roma. Si può fare un lavoro straordinario, se si hanno le competenze per farlo, se si è imparato dal passato. Ed io in questi anni credo di avere accumulato un bel po’ di esperienza» Lo ha detto all’agenzia Ansa Guido Bertolaso, candidato sindaco per il centrodestra. Per quanto riguarda la proposta di fare le primarie con altri candidati, come Marchini e Storace, Bertolaso ha detto che «questo dovete chiederlo a partiti politici, io non appartengo a nessuno schieramento. Tre leader politici mi hanno chiesto di candidarmi. Se non hanno ritenuto di farle avranno le loro buone ragioni». Sui candidati della sinistra, Bertolaso ha scelto l’approccio diplomatico: «Non sono avversari per me, sono concorrenti e io non ho intenzione di fare guerra a nessuno. Vedo in Giachetti e Morassut persone preparate e per bene. Sarà da vedere se sono in grado di governare e affrontare problemi complessi come quelli di una città come Roma. Decideranno i romani». L’ex capo della Protezione civile ha anche affrontato il tema scottante delle sue vicende giudiziarie: «Ci sono state tante archiviazioni in questi ultimi sei anni su argomenti connessi alle note vicende. Ci sono ancora degli sciacalli all’opera per calunniare la gente. Al momento in corso ci sono due processi. Quello sul G8 va avanti da 6 anni e non si è ancora concluso, certo non si concluderà prima delle elezioni comunali. Purtroppo per me, perché dovrei essere tra coloro che si direbbero soddisfatti dalle eventuali sentenze, anche perché è già emersa la mia totale estraneità in tanti casi». «In passato, per due volte io ho chiesto il rito abbreviato e per due volte mi è stato negato perché l’obiettivo evidentemente era prendere una persona per bene e tenerla nel frigo più a lungo possibile. Oggi il tribunale che mi sta giudicando è composto da magistrati seri, ma il lavoro da fare è tanto. Per me scatterà la prescrizione per il G8 probabilmente in estate, come per l’Aquila, ma come è noto io vi rinuncerò», conclude.
Dopo cinque anni Bertolaso torna in pista
Insomma, Bertolaso torna in pista. Negli ultimi cinque anni é stato lontano dalla vita politica. Si è occupato di volontariato in Africa, in Sierra Leone, con il Cuamm come aveva annunciato dopo aver lasciato nel novembre del 2010 la Protezione civile, il “pronto soccorso” del Paese (espressione da lui coniata) guidato per 9 anni. Quasi un decennio in cui il medico specializzato in malattie tropicali – scelto da Francesco Rutelli per gestire la grana dell’organizzazione del Giubileo, portato da Silvio Berlusconi nel 2001 alla guida del Dipartimento e confermato in quel ruolo da Romano Prodi e poi ancora dal Cavaliere – ha ridisegnato il volto della protezione civile grazie alle indubbie capacità organizzative, riconosciute anche dai suoi non pochi nemici, e al suo piglio decisionista. Un personaggio scomodo, per sua stessa ammissione, a destra e a sinistra. Perché «dico sempre – la sua spiegazione – quello che penso». Dal terremoto di San Giuliano di Puglia un anno dopo la sua nomina, Bertolaso le ha viste tutte: lo tsunami nel sud est asiatico, per il quale fece scattare i soccorsi dall’ Italia, le frane, gli incendi e le alluvioni che hanno provocato centinaia di vittime, l’orribile 2009 con i 37 morti di Messina, i 32 della strage di Viareggio e soprattutto le 308 vittime del terremoto dell’Aquila. Proprio in Abruzzo Bertolaso ha giocato la sua partita più difficile: scegliere tra dare subito un tetto agli oltre 60mila sfollati o partire dalla ricostruzione del centro dell’Aquila e lasciare i cittadini per anni in tende e container. Lui ha preferito la prima soluzione. In 9 anni l’ex regista della Protezione Civile ha avuto anche il tempo di provocare un mezzo incidente diplomatico con Hillary Clinton, quando dopo il terremoto di Haiti ha criticato gli Usa per la gestione dei soccorsi. E di finire travolto dall’eterna emergenza rifiuti di Napoli. Sono i grandi eventi, però, a dargli le soddisfazioni più grandi e i dolori più forti. L’organizzazione dei funerali di papa Giovanni Paolo II, con 4 milioni di pellegrini a Roma e 200 capi di stato e di governo fila via senza un problema. Non va così, invece, per il G8 a La Maddalena: dall’inchiesta della procura di Firenze, poi passata a Perugia emergono storie di massaggi, favori sessuali, compensi in denaro e case in prestito. Tutte regolarmente smentite da Bertolaso. I guai giudiziari restano tuttavia sullo sfondo della sua candidatura a sindaco. Ma Bertolaso si dice ottimista: «Mancano poche udienze e sarò assolto perché il fatto non sussiste».