Affittopoli Cirinnà, se la pasionaria dei gay pagava 360 euro in pieno centro

5 Feb 2016 12:34 - di Mariano Folgori

Il caso Affittopoli sollevato dal commissario Tronca a Roma ha avuto anche l’effetto  collaterale di rinfrescare a molti utenti della rete la memoria sulla  vicenda immobiliare della Cirinnà.  Parliamo  dell’appartamento di 100 metri quadri, in pieno centro storico a Roma (a due passi da piazza Navona), affittato alla pasionaria delle unioni civili e delle adozioni gay per la modica cifra di 360 euro. Il caso sollevato qualche mese fa da Emiliano Fittipaldi nel libro-inchiesta Avarizia, ha prodotto  a suo tempo l’indignata reazione della Cirinnà che ha parlato di “complotto” contro il disegno di legge che la vede come relatrice. Oggi il caso è t0rnato in mente  a molti e i commenti su Facebook si sprecano. Anche perché l’appartamento in questione fu affittato alla Cirinnà e al marito (Esterino Montino, potente esponente del Pd nel Lazio) da Propaganda Fide, l’importante congregazione che detiene prestigiosi immobili nella Capitale. Ed è certamente singolare che la Cirinnà abbia ottenuto un trattamento tanto favorevole da un ente ecclesiastico, un ente cioè di quella Chiesa fieramente  avversa alla iniziative della pasionaria dem.

Ricordiamo, per la cronaca, come si è giustificata la Cirinnà  «È vero che abbiamo pagato 360 euro al mese per 12 anni? Sì – spiega – e per una ragione molto semplice. Quando ci fu proposto, quell’appartamento era appena stato lasciato da quel tossicodipendente che assurse alle cronache per aver danneggiato la fontana di piazza Navona. L’immobile ci venne offerto in condizioni disastrose. L’accordo con la proprietà – sostine Cirinnà – prevedeva lavori di ristrutturazione fatturati ed interamente a nostro carico che sarebbero stati poi scontati e spalmati sui canoni dei 12 anni di contratto». La Cirinnà e il marito hanno abitato in quella casa dal 1998 al 2011.

Già, ma a parte il fatto che, anche così ne è risultato un trattamento di estremo favore, c’è da spiegare come mai alla Cirinnà è consentito ciò che non è permesso a comuni cittadini di Roma. Il fatto è che sia la pasionaria sia il marito sono due vere “potenze” politiche.

 

 

 

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *