«Con le nuove norme sulla Rai viale Mazzini in mano a Renzi»

26 Gen 2016 18:59 - di Redattore 92

La Fondazione Italia Protagonista insieme alla Fondazione della libertà, Liberamente, Free Foundation, l’Opinione e Lettera 22, hanno organizzato il convegno “MICROFONI @PERTI – Servizio Pubblico e Pluralismo dopo le nuove norme sulla RAI” che si è svolto a Palazzo Giustiniani al Senato. Nella duplice veste di presidente di Italia protagonista e di vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri ha aperto i lavori dedicati alle nuove norme che rendono il governo padrone di fatto della Rai. «Non bisogna confondere pluralismo con la lottizzazione – ha spiegato Gasparri – Più che mai oggi, con il canone pagato in bolletta, deve essere davvero servizio pubblico di tutti». Nel ringraziare «chi, di ogni orientamento politico, ha deciso di confrontarsi sul tema del pluralismo» in Rai, Gasparri ha lasciato spazio agli interventi di parlamentari, giornalisti e addetti ai lavori in una tavola rotonda moderata dal giornalista Andrea Pancani . «Siamo tornati a 40 anni fa, quando l’esecutivo nominava il consiglio di amministrazione», ha osservato nel suo intervento Altero Matteoli concordando con quanto detto precedentemente dal direttore de La7 Enrico Mentana.

Matteoli: «Non chiamatela riforma della Rai»

Per il presidente della Commissione Lavori pubblici e Comunicazioni del Senato «la dimostrazione della debolezza» di questa riforma «è arrivata dalle audizioni di presidente e direttore generale, che si sono contraddetti in molti punti». L’esponente di Forza Italia ha smentito la retorica renziana della Rai “liberata dai partiti”. «Da quali partiti doveva essere liberata la Rai? Prima c’erano partiti che venivano a gestire la Rai dopo un confronto interno ed esterno. Oggi i partiti come li intendevamo una volta non esistono. Vi sono solo alcuni leader politici che decidono». Basta vedere il comportamento del presidente del Consiglio, Renzi, «che decide tutto lui». Ecco perché non bisogna lasciarsi sfuggire l’occasione di rimediare in Parlamento al danno fatto dal governo Renzi. «Vediamo di approfittare dell’appuntamento in Parlamento – ha concluso Matteoli – per rendere più libera la Rai e per offrire un prodotto culturale migliore di quello che arriva oggi» agli italiani. Sono inoltre intervenuti, tra gli altri: Renato Brunetta, Mariastella Gelmini, Paolo Romani, Carlo Freccero, Arturo Diaconale, Augusto Minzolini, Gaetano Quaglieriello, Fabio Rampelli, Urbano Cairo. 

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