Imam sciita decapitato, l’Iran sospende i pellegrinaggi alla Mecca

5 Gen 2016 18:24 - di Redazione

Non si placa la polemica tra Iran e Arabia Saudita dopo la decapitazione da parte di Riad di un imam sciita. Le autorità iraniane hanno deciso di sospendere il pellegrinaggio minore o Umra finché Riad non garantirà migliori condizioni di sicurezza rispetto al tragico incidente del settembre scorso alla Mecca, quando in una calca incontrollata morirono migliaia di pellegrini. Lo ha annunciato il portavoce del governo Mohammad Bagher Nobakht. A riferire la notizia è il sito di informazione The Iran Project, citando lo stesso Nobakht nel dire che il pellegrinaggio è sospeso anche finché Riad non affronta seriamente quel caso. Nessun esplicito riferimento diretto, però, alla rottura delle relazioni diplomatiche con Teheran da parte di Riad. Il riferimento era stato fatto invece lunedì dal deputato Mohammad Ali Esfanani, portavoce della commissione per gli Affari legali del Parlamento, secondo il quale avrebbe dovuto essere stato l’Iran per primo a tagliare i rapporti con Riad per la cattiva gestione dell’incidente alla Mecca e anche del recupero delle salme nelle settimane successive. Lunedì si erano già diffuse sui media notizie sul blocco, ma il capo dell’organizzazione per i pellegrinaggi, Saeed Ohadi, aveva precisato che la decisione avrebbe dovuto essere presa agli alti livelli del governo e della Guida suprema.

Iran e Arabia Saudita ricorrono all’Onu

È battaglia diplomatica anche all’Onu tra Arabia Saudita e Iran: le missioni diplomatiche dei due paesi al Palazzo di Vetro hanno inviato due lettere – ottenute dall’Ansa – al Consiglio di Sicurezza e al segretario generale Ban Ki-moon in relazione agli incidenti avvenuti nell’ambasciata di Riad a Teheran e al consolato di Mashad. Nella missiva, l’Arabia Saudita «condanna il fallimento del rispetto dell’inviolabilità delle sedi diplomatiche da parte delle autorità iraniane» e chiede al Consiglio di Sicurezza di «adottare le misure adeguate». L’Iran, da parte sua, ha espresso “rammarico” per gli incidenti e ha affermato che «adotterà le misure necessarie per prevenire altri episodi del genere in futuro». Nella missiva Teheran ha ribadito i suoi obblighi in base al diritto internazionale, sottolineando che «non lesinerà gli sforzi per arrestare e perseguire tutti coloro che hanno causato tali incidenti». Intanto, parlando con i giornalisti al Palazzo di Vetro, l’ambasciatore saudita all’Onu, Abdallah Al Mouallimi, ha detto che Riad è pronta a ricucire i rapporti con Teheran se la Repubblica Islamica «cesserà di interferire negli affari interni di altri paesi, compreso il nostro». Quindi, ha assicurato che l’Arabia Saudita continuerà a lavorare duramente per la pace in Siria, nonostante le tensioni con Teheran. Anche Giakarta è disposta a lavorare con Mosca «per evitare una spaccatura nel mondo islamico». Lo ha reso noto il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov al termine di una telefonata con il suo omologo dell’Indonesia, Retno Marsudi. La conversazione è avvenuta su iniziativa indonesiana. Le due parti, fa sapere il comunicato, sono convinte che le differenze emerse nel Golfo «devono essere risolte attraverso il dialogo» e a questo proposito chiedono che sia fatto un maggior uso dell’Organizzazione della cooperazione islamica (Oic).

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