Il “Mein Kampf” è di nuovo in libreria, ma il suo «mito» preoccupa gli storici
Dopo un dibattito durato mesi e caratterizzato da toni anche molto accesi, l’Istituto di storia contemporanea di Monaco di Baviera presenta in Germania la prima edizione del Mein Kampf pubblicata dal dopoguerra a oggi. Si tratta di una edizione critica curata dallo stesso istituto e resa possibile dalla decadenza dei diritti sull’opera, detenuti fino al 31 dicembre scorso dal governo della Baviera, che ne aveva sempre impedito la pubblicazione.
Il placet della comunità ebraica tedesca
La questione dell’opportunità o meno di ripubblicare il libro era stata oggetto di un confronto piuttosto vivace tra giuristi e storici e aveva diviso anche l’opinione pubblica tedesca, che però, secondo quanto rilevato da un sondaggio, si era schierata in maggioranza contro la censura. La stessa comunità ebraica non si è opposta al ritorno in libreria del volume, come confermato dal presidente del Consiglio centrale degli ebrei tedeschi, Josef Schuster, che anzi ha commentato la pubblicazione della nuova edizione dicendo che «posso ben immaginare che questa edizione commentata criticamente fornisca un chiarimento e consenta di fare luce su quel che di mitico regna attorno a questo libro», ha detto Schuster in un’intervista all’emittente Ndr, pur non escludendo che sia anche «possibile» che il nuovo volume contribuisca a diffondere idee del genere nell’estrema destra.
Redatte 3700 note per «distruggere il mito» del Mein Kampf
Secondo quanto spiegato dagli stessi curatori, la nuova edizione viene presentata con un apparato critico di 3700 note, prodotte da storici di prestigio proprio con l’intenzione di «distruggere il mito» che circonda ancora il libro.